Manicomi criminali? Il problema è anzitutto politico
par Giuseppe Aragno
martedì 10 marzo 2015
Con uno sforzo meritorio, anche il “mio” giornale, “il Manifesto”, si occupa degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Un articolo appassionato, ma un po’ troppo neutro e sostanzialmente apolitico, che linko dalla “Sinistra Quotidiana”, perché senza abbonamento il quotidiano comunista non sempre è leggibile.
Per completare l’informazione, una piccola chiosa e un dato a dir poco allarmante, che Eleonora Martini e la sua fonte (Psichiatria Democratica di cui sarebbe meglio non fidarsi eccessivamente) lasciano in ombra. La Campania inspiegabilmente si dichiara pronta a rispettare la data di chiusura degli OPG contando sulle ASL, senza ricorrere al privato. Bene. Le ASL però dovrebbero dirci anche come faranno, dal momento che i normali presidi sul territorio, i Centri di Salute Mentale, non i manicomi, sono in evidente difficoltà, dopo anni di politiche di tagli che hanno abilmente utilizzato la “crisi”, per mettere in ginocchio la Sanità pubblica e assicurare affari d’oro a quella privata.
Le cose, insomma, vanno purtroppo molto peggio di ciò che si può immaginare leggendo “il Manifesto”.
C’è, infine, un punto nodale sul quale occorrerebbe riflettere: comunque la si metta, la materia è regolata soprattutto dal Codice Rocco, che immagina esista una razza umana affetta da “pericolosità sociale” invece che una società ingiusta e malata che produce crimini e alienazione. Se non si affronterà questo nodo politico e invece di stravolgere la Costituzione, si penserà a modificare radicalmente il Codice fascista, nulla potrà mai davvero cambiare in un Paese che è maestro nell’arte di cambiare tutto per non cambiare niente.