Mamme lavoratrici: non sempre è possibile

par Maria Rosa Panté
giovedì 22 settembre 2011

Dal Corriere della Sera. Per la prima volta, dopo 16 anni, le nascite in Italia sono in calo. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sulla natalità della popolazione residente. I dati 2009-2010 confermano che è di nuovo in atto una fase di calo delle nascite: se i nati nel 2009 erano stati 568.857, nel 2010 sono scesi a 561.944.

Sono all'ospedale per un prelievo, vedo con piacere una mia ex alunna che non sentivo da molti anni. So che è sposata, che ha figli, che lavora... Ricordo che era di salute un po' cagionevole da ragazza, era per questo forse un po' timida e poi per naturale riservatezza di carattere. Ma studiosa, precisa, affidabile, intelligente.

Questo è il nostro dialogo.

"Come stai? Quanti figli hai?" "Due bambini piccoli"

"Ti trovo bene. E il lavoro come va? Dove sei adesso?"

"Sono a casa. Lavoravo nella ditta *** di Roccapietra (piccolo paese della Valsesia dove c'è una zona industriale n.d.a.), mi piaceva, un bel posto, avevo anche fatto carriera, ma poi... mi sono licenziata".

Le direi che se l'ha fatto per i figli e può permetterselo ha fatto bene, l'importante è scegliere, se possibile, la strada migliore per sé e la famiglia. Ma la nota della sua voce mi induce a chiederle come mai, perché si è licenziata.

La sua risposta mi fa imbestialire.

"Mi hanno costretta a licenziarmi. Dopo la maternità!", "Ma no, ancora esistono queste cose? Da noi?"

"Certo e non sono l'unica, l'azienda ha fatto licenziare per disperazione parecchie ragazze che avevano avuto un figlio. lo sono tornata al lavoro dopo la maternità e il mio posto in ufficio non c'era più. Mi hanno messa a fare la tappabuchi ovunque, addirittura a scaricare merce pesante. Mi hanno trattata in modo da farmi decidere di lasciare tutto. Al mio posto c'è una ragazza nuova, ma cambieranno anche lei se avrà un figlio".

"Ma non hai detto niente? Perché non hai denunciato la cosa? Perché non l'avete fatto tutte insieme?".

Alza le spalle, uno dei figli ha problemi di salute e quindi ora ha pensieri ancora più gravi che la preoccupano e poi il marito lavora in una falegnameria con persone capaci e comprensive. A lui i permessi per i bambini li danno senza tante storie e il lavoro non manca... Non tutte le industrie sono uguali, per fortuna.

Questo avviene nel 2011, è sempre stato così, lo so bene, ma non se ne parla nemmeno più: la crisi sta spazzando via i diritti e anche la forza di combattere per non perderli. Questo è il mondo del lavoro targato Sacconi, ministro del Lavoro e del Welfare (per somma presa in giro dei lavoratori) è il mondo dove si potrà licenziare più facilmente e dove per parlare di una situazione grave il ministro risponde con una barzelletta (è il nuovo sistema di comunicazione dei ministri: barzellette o gestacci). Non ho citato la ditta perché finché nessuno denuncia lo stato di cose si rischia la calunnia o di infangare il buon nome di qualcuno, e dunque il mio articolo più che di denuncia è un tentativo di scuotere i lavoratori. Se subiamo le ingiustizie senza denunciarle non abbiamo speranza di un futuro migliore ne per noi, ne per i nostri figli. Anche se i figli sono sempre meno numerosi e possiamo capire anche il perché.


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