Malattie tropicali: un pericolo per la salute pubblica da non sottovalutare
par Mario Figoni
sabato 18 febbraio 2012
Vorrei che prendeste in esame il fatto che tra le malattie rare bisognerebbe cominciare a considerare anche molte delle malattie tropicali, che da noi non sono un pericolo per la salute pubblica, mancando una parte degli attori che compongono il ciclo di trasmissione, ma che sono un problema, anche grave, e talora mortale, per chi ne è affetto.
La schistosomiasi, annoverata tra le malattie cosiddette neglette, ne è un esempio: è detta anche bilharziosi o distomatosi sanguigna. E' una parassitosi causata da Platelminti del genere Schistosoma. Il serbatoio del parassita sono gli individui infestati cronicamente. Il ciclo vitale degli Schistosomi prevede uno stadio sessuato nell'uomo e uno asessuato nei molluschi d'acqua dolce. Gli ospiti intermedi sono differenti a seconda della specie di parassita in questione. Allo stadio adulto sono lunghi circa un centimetro, hanno un forte dimorfismo sessuale, e abitano all’interno del sistema venoso dell’ospite definitivo che è l’uomo. La malattia si può presentare sia in forma acuta che cronica, a seconda delle specie in causa, e degli organi e apparati coinvolti.
La malattia, che colpisce nel mondo circa 200 milioni di persone (come parassitosi è seconda solamente alla malaria) è responsabile di circa 300.000 morti all'anno. Schistosoma haematobium e S. Mansoni sono i principali, ancorché non gli unici responsabili. il primo è in causa nella schistosomiasi urinaria, il secondo di quella intestinale. Il farmaco ad hoc ("Biltricide") non è presente nel prontuario farmaceutico italiano. L'Italia sta cambiando, è ora di cambiare anche il prontuario!
Uso della tecnica “flotac” per sospetti casi di Bilharziosi in una popolazione di immigrati presenti in Campania.
Le manifestazioni iniziali della patologia urinaria sono reversibili ma, nelle forme evolute, la sclerosi vescicale, le stenosi uretrali e l'idronefrosi non regrediscono dopo terapia e, in assenza di questa, il sopraggiungere del carcinoma della vescica non è un evento raro. L 'odierno movimento delle popolazioni a livello mondiale, non ultima l'emergenza nord-Africa del 2011, rende sempre più possibile la presenza di infestazioni parassitarie “dimenticate” alle nostre latitudini.
La diagnosi (riscontro di elementi parassitati nell'opportuno campione biologico, e ricerca di anticorpi su siero) non è semplice anche perché le patologie correlate, spesso, sono subcliniche e misconosciute ai nostri medici.
Le tecniche diagnostiche convenzionali per lo S. Haematobium, osservazione del sedimento urinario e filtrazione delle urine giornaliere, non si sono rilevate adeguatamente sensibili, mentre l'osservazione di frammenti bioptici prelevati durante cistoscopia o rettoscopia, risulta invasiva e non di facile esecuzione.
Vista la forte presenza nel nostro territorio di immigrati da aree endemiche e visti i molti sospetti clinici di malattia ai quali non seguiva una rapida, sicura e sensibile diagnosi di laboratorio, è nata la necessità di sperimentare qualcosa che fosse di facile applicazione e forte sensibilità: con la tecnica per flottazione (“FLOTAC”), sono stati riscontrate 3 positività su 20 campioni esaminati, mentre solo uno era risultato positivo con la tecnica tradizionale.
Prevalenza delle schistosomiasi intestinali ed epato-biliari in una popolazione di immigrati presenti in Campania.
Il fenomeno dell'immigrazione ha profondamente modificato il contesto demografico esistente nella nostra area geografica. Una quota consistente degli immigrati proviene da zone tropicali che presentano situazioni epidemiologiche per talune malattie infettive spesso problematiche. Ciò riguarda sia patologie di forte rilevanza sociale, ma che sono già presenti sul nostro territorio e che, per la loro importanza clinica, nella maggior parte dei casi emergono al controllo sanitario pubblico (TBC, Aids, lue, infezioni da HBV ed HCV) sia malattie, quali quelle sostenute da parassiti, talora anche gravi, profondamente diverse da quelle riscontrabili nel nostro paese e potenzialmente importabili (e.g.: epidemia da Chikungunya in Romagna o West Nile in Friuli).
La schistosomiasi da S. Mansoni, colpisce circa 60 milioni di individui: in Africa e in Asia tutte le zone intertropicali, in America nei Caraibi e nelle regioni continentali della fascia tropicale. In queste regioni la prevalenza della schistosomiasi è strettamente correlata con la maggiore o minore densità degli ospiti intermedi, membri del genere Biomphalaria, provvisti di un guscio discoide appiattito.
Favoriscono il contagio tutte le attività che richiedono contatti prolungati con le acque, come ad esempio il lavoro nelle risaie. Ma può essere anche causa di trasmissione,“last but not least”, l'ingestione di molluschi di acqua dolce, contenenti il miracidio.
Nel nostro studio, condotto su 721 campioni, abbiamo riscontrato 10 positività per S. Mansoni (prevalenza pari all'1,39%). La sintomatologia nei pazienti positivi, all'esame obiettivo, era in gran parte assente. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che tali pazienti soggiornavano nel nostro paese da molto tempo (in un caso da più di 10 anni). Comunque sia, per tutti si è proceduto alla terapia con Praziquantel (“Biltricide”), purtroppo non presente nel prontuario farmaceutico italiano, alla dose di 20 mg/kg x 2/die, per un solo giorno, ed al contemporaneo monitoraggio sierologico (titolo anticorpi anti-schistosomi). Per poter infatti meglio valutare la risposta terapeutica nel tempo sono previsti ulteriori controlli anticorpali al 6° ed al 12° mese dall'assunzione della dose terapeutica. E qui talvolta ci si scontra con la credenza africana, che considerando il compartimento sanguigno composto da quantità fissa, vede ogni prelievo come “lesione corporea”.
Per saperne di più:
Convegno: Stati Generali delle Malattie Rare
National Focal Point italiano: Progetto Europeo AIDS & Mobility