Magistratura: cercasi equilibrio disperatamente

par Rocco Di Rella
martedì 22 luglio 2014

Venerdì 18 luglio 2014, la Corte d'Appello di Milano ha giudicato Silvio Berlusconi NON colpevole dei reati di concussione e di prostituzione minorile, contestatigli dalla Procura della Repubblica di Milano a seguito delle pressioni da lui esercitate, la notte del 27 maggio 2010, sui funzionari della questura milanese per far liberare la giovane prostituta marocchina Karima El Mahroug.

Premetto che, sin dall'inizio di questa storia, ho sempre giudicato eccessiva l'accusa di concussione nei confronti di Berlusconi, ma, non essendo un giurista, non mi sono preoccupato di approfondire la questione. La sentenza della Corte d'Appello di Milano ha ridestato tutte le mie perplessità sulla vicenda. Sono sempre stato convinto che l'infrazione più grave sia stata commessa dai poliziotti Piero Ostuni e Giorgia Iafrate, che, rifiutandosi di obbedire alle disposizioni del magistrato competente, affidarono la giovane marocchina alla consigliera regionale Nicole Minetti.

Mi ha sempre stupito il fatto che questi due poliziotti non siano mai stati incriminati dal pubblico ministero, Ilda Boccassini, che poteva, per esempio, contestare loro il reato di rifiuto di obbedienza, sancito dall'articolo 329 del codice penale. Ostuni e Iafrate sono, secondo me, i principali responsabili dell'irregolare affidamento di Karima El Mahroug. Berlusconi andava ritenuto responsabile del meno grave reato d'induzione dei due poliziotti al rifiuto di obbedienza verso il magistrato del tribunale dei minori che aveva disposto l'affido della giovane marocchina ad una comunità educativa. Risultava, infatti, arduo incolpare Berlusconi di concussione, perché si fatica ad intravedere il vantaggio tratto dai due presunti concussi, Ostuni e Iafrate.

È auspicabile che la Corte di Cassazione possa fare propria questa lettura dei fatti del cosiddetto processo Ruby. Riconoscere la colpevolezza di Berlusconi per il reato d'induzione (istigazione a delinquere, Ndr) al rifiuto di obbedienza, farebbe finalmente prevalere il buon senso e salverebbe la faccia alla magistratura, che, in questo processo, ha fatto di tutto per screditarsi agli occhi dei cittadini. Ha iniziato a fare danni il pubblico ministero, Ilda Boccassini, che, fedele alla massima “cane non morde cane”, si è ben guardata dall'incriminare i poliziotti Ostuni e Iafrate. La sua scelta appalesa una concezione assai discutibile dell'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, che varrebbe un po' meno quando c'è da perseguire un rappresentante delle forze di polizia, e certifica il suo gratuito accanimento nei confronti di Berlusconi.

Hanno continuato a fare danni le tre giudichesse di primo grado, che, andando oltre le richieste formulate dalla Pubblica Accusa e condannando Berlusconi a 7 anni di carcere, possono essere sospettate di aver emesso una sentenza viziata da pregiudizio sessuale. A completare l'opera di autoscreditamento della magistratura ci ha pensato, venerdì scorso, la Corte d'Appello di Milano, giudicando ineccepibile il pagliaccesco ed indegno comportamento di un capo del governo che, per indurre i poliziotti a violare la legge, arriva ad inventarsi la parentela tra Karima El Mahroug ed il capo del più grande stato arabo.

Quand'anche la Cassazione dovesse finalmente pronunciarsi in maniera equilibrata sull'intera vicenda, la sua sentenza arriverà fuori tempo massimo, perché, nel frattempo, i lievi reati commessi saranno caduti in prescrizione. Il pronunciamento dei Supremi Giudici servirà solo a stabilire la verità, ma non servirà a fare giustizia, perché, negli ultimi 20 anni, Berlusconi ed i suoi alleati politici si sono sempre opposti alla riforma della prescrizione, la cui attuale regolamentazione costituisce una garanzia d'impunità per migliaia di delinquenti.

 

Foto: Flickr


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