Magistrati politicizzati e delinquenti calunniatori

par paolodegregorio
mercoledì 26 giugno 2013

Sono ormai 20 anni che quasi ogni giorno devo inghiottire la sistematica demolizione della democrazia attraverso cui si difende con ogni mezzo, lecito e illecito, un personaggio creato dalla P2 e dal partito socialista di Craxi, che viola spudoratamente una legge dello Stato, la 361 del 1957 che prevede l’ineleggibilità di chi gode di concessioni pubbliche, e viola anche le norme antitrust che vietano i monopoli e le posizioni dominanti, in applicazione dell’art. 41 della Costituzione.

Se il buongiorno si vede dal mattino, dobbiamo ricordarci che la posizione dominante nelle frequenze televisive fu regalata a Berlusconi dal governo di Craxi, e la non applicazione della 361 del 1957 è frutto dell’inciucio sottobanco tra destra e sinistra che con D’Alema, sottolineò che l’allora Fininvest era un patrimonio dell’Italia.

Oggi voglio parlare di una cosa che da anni mette sotto stress il mio fegato e che vivo come un vulnus alla democrazia, di cui non riesco, con tutta la buona volontà, a farmene una ragione.

Si tratta del “mantra” che da 20 anni ci fa il lavaggio del cervello ripetendo ossessivamente che le sentenze contro il Caimano sono sentenze politiche, emesse da toghe rosse e che questo è un accanimento giudiziario contro un galantuomo che si vuole far fuori per via giudiziaria, e, come sappiamo, una bugia ripetuta infinite volte diventa verità.

Ma ciò che non riesco a sopportare, e prego chiunque sia in grado di spiegarmelo di farlo, è che se io accuso un magistrato di essere politicizzato e di orientare la sua sentenza non sulle prove ma su un presunto odio politico, se non fornisco le prove di queste affermazioni chiamando il magistrato a risponderne in tribunale, sono solo un volgare calunniatore e dovrei immediatamente rispondere di questo grave reato. Perché ciò non avviene?

In tutti questi anni non è mai successo che un solo magistrato sia stato condannato per reati connessi alla sua funzione e trovo inaudito che ieri, dopo la sentenza di Milano dei tre valorosi giudici, tutte donne, senza aver ancora letto le motivazioni della sentenza, si ululasse già di sentenza politica, come se calunniare in questo modo fosse ovvio e legale.

Per favore spiegatemi come sia possibile calunniare senza prove dei magistrati, e non finire sotto processo, tenendo conto dell’enorme danno al prestigio della magistratura, che ha pagato con tanti morti ammazzati le sue indagini su mafie e intrecci con la politica.

Io sapevo che l’azione penale è obbligatoria per qualunque magistrato che abbia notizia di reato. Fatemi sapere perché ciò non accade per le calunnie ai magistrati, perché il mio fegato non può sopportare in eterno.


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