Maggioranza, si arriva alla conta tra berlusconiani e finiani: Governo in bilico

par Redazione
giovedì 29 luglio 2010

Sembra che oramai non ci sia più nulla da fare. Il gruppo autonomo si farà e sembra che ormai la cosa non dispiaccia più a nessuno. La “bomba” berlusconiana è annunciata per le 19, quando si riunirà l’Ufficio di Presidenza Pdl e Berlusconi dovrebbe prendere la decisione di espellere dal partito i fedelissimi di Fini. Ma la partita è ancora aperta, nel senso che questi ultimi non stanno aspettando con le mani in mano la decisione del Capo, ma già da tempo, in prospettiva di uno strappo, si stanno contando.
 
E’ sui numeri, infatti, che si gioca la partita. Sembra, quasi, di essere al mercato (o Calciomercato – come scrive Alessandro Gilioli sul suo blog) e sembra, come al mercato, che tutto abbia un prezzo. Quindi ci sono i berluscones, ai quali devi aggiungere i leghisti, poi sottrai i finiani – ma quanti saranno? Boh chi lo sa – e a questi aggiungi volta per volta piddini, dipietrini, Casini, cioè Udc, e gruppo Misto. Ecco proprio il Gruppo misto è un serbatoio niente male. Avete presente gli svincolati? Ecco, a stare alle indiscrezioni sembra che sia lì, oltre che in qualche offerta a qualche finiano, che Berlusconi voglia riprendere in mano la maggioranza che gli serve per campare.
 
Le indiscrezioni arrivano anche a noi, da importanti fonti parlamentari. Sembra che addirittura si arrivi a una quarantina di deputati e una dozzina di senatori (si parla ad ora di una trentina di deputati) firmatari del documento, preparato stamani nell’ufficio di uno dei più invisi al Premier, Italo Bocchino, che prevedrebbe la costituzione del gruppo autonomo esterno al Pdl. Numeri da prendere senz’altro con le pinze, ma che darebbero il quadro di quello che potrebbe succedere in caso di espulsione. I nomi sicuri alla Camera, sarebbero, quindi, 30: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso, Tremaglia, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Rubens, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino.
 
Se la maggioranza alla Camera è di 316, i conti, dando per rotondi i numeri che abbiamo avuto (40 + 12) darebbero circa 302 deputati alla maggioranza, 328 alle opposizioni compreso Fini. Di volta in volta, quindi, ci sarebbe bisogno di un appoggio esterno per ottenere la maggioranza a Montecitorio. Al Senato, dando per buona la dozzina dei finiani, avremmo la maggioranza a 162, l’opposizione (compresi i finiani) a 153 più i 7 senatori a vita.
 
Lo ripetiamo, le indiscrezioni, seppur provenienti da fonti autorevoli, sono sempre da prendere con le pinze, ma questi numeri, queste voci, danno l’immagine di quello che ’partito dell’amore’ lo è stato solo per pochissimo tempo. Accuse di corruzione, dimissioni di Ministri e Sottosegretari, parole forti che si alternano ogni giorno, in un quadro in cui l’opposizione sembra ormai inquadrata nel solo Fini - come i ripetuti attacchi della stampa vicina al Governo sembrano confermare - fanno della maggioranza un campo di battaglia che, prima di tutto, non fa bene al paese.
 
Quello che sarà, extraindiscrezioni, lo sapremo solo dopo le 19, quando un rapporto di causa (decisione di Berlusconi) – effetto (conseguente decisione dei fedelissimi del Presidente della Camera) ci disegnerà l’estate politica italiana.

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