Magdi Allam e la sua interpretazione del Corano

par Annalisa Martinelli
giovedì 16 luglio 2015

Infuria la polemica dopo l’intervento di Magdi (Cristiano?) Allam…”. Così avrei voluto l’attacco del mio pezzo.

Non mi resta invece che prendere atto del (vergognoso) largo consenso di pubblico che ha avuto nell’ambito della serata “Autori a corte” a Ferrara (14 luglio). Perché lo definisco vergognoso? Semplicemente perché si fonda sull’ignoranza o per meglio dire, in modo che i benpensanti non si offendano, sulla non-conoscenza dell’Islam e sulla mancanza totale di senso critico.

E la cosa mi preoccupa non poco.

Tutti ad applaudire concetti assolutamente criticabili del signor Allam, che con abilità politica sta strumentalizzando a suo piacimento. Non si è limitato all’aspra critica della religione Islamica, ha fatto leva sulla già radicata paura nelle coscienze delle persone, a seguito degli atti terroristici, snocciolando una serie di pacchetti tematici che di solito accompagnano la propaganda della Lega e compagnia bella: invasione degli immigrati, mancanza di lavoro, strategia del terrore, dittatura del relativismo, invasione islamica, chiusura delle moschee.

Ma andiamo per ordine. Magdi Allam non ha voluto essere intervistato, come prevedeva il programma, dal direttore di FerraraItaliaSergio Gessi, ha preferito parlare a ruota libera, in piedi. (Forse perché durante l’incontro preliminare non si sono verificati i presupposti per una comunicazione etica e democratica?) Ci è parso di cogliere un leggero disappunto, sfuggito ai modi sempre garbati del giornalista ferrarese che ha aggiunto: “Tanto l’intervista c’è, l’abbiamo fatta a cena, e la troverete su FerraraItalia”.

Di fronte alla folta platea, Allam ha ostentato la sua interpretazione del Corano, che non lasciava spazio a dubbi o a qualche spiraglio di dialogo. Ha affermato, senza ritegno, che i terroristi sono i veri osservanti, quelli che applicano in maniera letterale i versetti del Corano.

A mio avviso, questa sua interpretazione è pericolosa perché allo stesso modo mira a radicare l’odio e ad istigare alla violenza. Tra le varie cose, ne ha dette alcune condivisibili, almeno in parte: l’Italia è il ventre molle dell’Europa e rende più agevole l’obiettivo, che è quello della conquista e dell’islamizzazione. C’è un detto, riconosciuto come autentico, che dopo Costantinopoli, anche Roma sarà islamizzata. “Non c’è nessun musulmano – ha continuato ad affermare Allam – che non sia d’accordo su questo”. La Turchia, ha aggiunto, è lo sponsor dei terroristi e dei Fratelli Musulmani.

L’emergenza terrorismo c’è, eccome se c’è, e non si risolve certo porgendo l’altra guancia, ma le affermazioni altamente offensive e irrispettose nei confronti della religione islamica, non trovano giustificazione. Questo suo associare la visione dei terroristi con l’interpretazione corretta dei versetti coranici, ha un sapore diabolico. E i 1.500.000.000 di musulmani che vivono nella pace e nel rispetto? A suo dire, l’Islam non è una religione della moderazione; possono esistere i musulmani moderati, ma sulla carta i versetti incitano all’odio e alla violenza nei confronti dei miscredenti.

Nessun rappresentante delle comunità islamiche locali era presente alla serata, probabilmente a causa del Ramadan. Inutile contestare, c’è stato qualche lieve tentativo, ma tanto la risposta, velata di garbo e in realtà fendente come una sciabolata, sarebbe arrivata tempestiva: “Sono stato musulmano per 56 anni e parlo di cose che conosco molto bene” (che di fatto ha detto). Come contestare con efficacia le sue asserzioni, in assenza di strumenti adeguati? (Conoscenza della lingua araba e lettura approfondita del Corano); bastava la presenza di almeno un vero musulmano.

Tre gli interventi interessanti dal pubblico che potevano aprire un serio dibattito e contrastare la visione del giornalista, scrittore, politico convertito al cristianesimo. Ma il primo, di una ragazza studiosa dell'Islam, si è perso per mancanza di sintesi e determinazione: "Questa sua concezione dell'Islam non coincide, ricorda più la rabbia di Oriana Fallaci nel suo Inshallah" – e lui prontamente: ”che merita un applauso”; l’altro portava la testimonianza di perfetta integrazione di alcune famiglie musulmane locali, nella pace e nel rispetto, ricordando la funzione di costruire "ponti" e non barricate, ma è stato anch’esso prontamente stroncato da Allam.

In chiusura, l’intervento di Sergio Gessi, che ha rimesso in discussione un po’ tutto il suo intervento, lanciando qualche dubbio, applaudito per qualche minuto da una sola persona (la sottoscritta), nel silenzio totale del pubblico, e con timido accodo di altre due. Di seguito, il gelido tono di Allam con il suo: “prego, prego, se volete applaudirlo, fate pure”. E l’invito a farsi firmare le copie del suo ultimo libro: “Il Corano spiegato da Magdi Cristiano Allam”, in uscita con Il Giornale.


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