Mafie in Liguria, così magistrati e prefetti le coprivano [Documento]

par Federico Pignalberi
giovedì 28 luglio 2011

Un presidente di tribunale ai domiciliari per corruzione in favore dei caln. Prefetti che chiudono gli occhi e nascondono il problema. Vertici delle procure sostituiti nella soddisfazione generale dei pm. È quanto emerge dall'audizione in commissione antimafia di due procuratori liguri. Che AgoraVox pubblica integralmente.

Due ore e quarantacinque pagine. Tanto dura l'audizione in commissione parlamentare antimafia di Anna Canepa e Antonio Patrono, due tra i più attivi magistrati liguri. Hanno raccontato gli affari delle mafie in Liguria, del gioco d'azzardo e dei Casinò, i morti ammazzati, il cemento di Matteo Messina Denaro e delle famiglie calabresi che volvano imporre i loro autisti a uno dei più grandi imprenditori edili della Liguria, Piergiorio Parodi, ricattandolo a colpi di fucile sulla sua auto. 

Ma raccontano anche altro, molto altro i due magistrati. Raccontano che in Liguria le infiltrazioni criminali "hanno purtroppo interessato anche settori della magistratura". Il presidente del Tribunale di Imperia, Gianfranco Boccalatte, già a lungo presidente del Tribunale di Sanremo, è finito ai domiciliari accusato di corruzione per avere agevolato dei detenuti legati ai clan. Proprio a Sanremo due anni fa è stato sostituito il Procuratore Capo, Mariano Gagliano, con viva soddisfazione degli altri magistrati. Da quando il procuratore Roberto Cavallone ha preso il suo posto le indagini antimafia in quel distretto giudiziaro hanno subito una brusca accelerata. "Non posso quindi che salutare con estremo favore il nuovo ordinamento giudiziario che ha consentito il cambio di capi di alcuni uffici", confessa la Canepa.

Anche alcuni prefetti, di nomina governativa, cercavano di minimizzare il fenomeno, alcuni i magistrati li definiscono "ritardatari". E Walter Veltroni denucia che dopo avere partecipato a una puntata di Annozero in cui disse che in Liguria c'è la mafia "ho ricevuto risposte piccate dai prefetti di alcune città liguri".



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