Mafia a Ponente
par bruna taravello
martedì 7 dicembre 2010
Il Ponente Ligure sembra essere un crocevia strategico per gli uomini della ’ndrangheta
Saviano ha fatto fare brutta figura all'Italia?
Peggio, ha fatto fare brutta figura al Nord? La polemica pare essersi un po' smorzata, anche in seguito all'euforia dovuta alla cattura del boss super latitante Antonio Iovine.
Ma Saviano ha parlato di fatti, non ha fatto illazioni anche se tutti gliele hanno messe in bocca. Forse incauto o volutamente provocatorio, l'autore di Gomorra sapeva bene di gettare un sasso in uno stagno già torbido.
Anche grazie alle sue parole si è parlato, finalmente, delle infiltrazioni mafiose nel settentrione in maniera più franca e decisa: anche in Liguria, nella cementificazione selvaggia della costa, nell'epidemia di porticcioli turistici la 'ndrangheta ha trovato ottimo cibo dove affondare i denti.
Ma anche qui, come nella Sicilia degli anni '70, per anni abbiamo visto le istituzioni, i politici, anche la gente comune negare decisamente il fatto. Francesco Belsito, segretario della Lega Nord locale, quello della laurea (forse due) presa a Malta, o forse a Londra, si è raccomandato che "non si creino allarmismi nocivi per la popolazione e per il turismo".
Tutti citano Milano, la Lombardia, il prossimo Expo come occasione d'oro per incassare appalti a cifre da capogiro: ma anche in quella che Cesare Rimini in un servizio su Sette ha chiamato la Riviera dei Fuochi, per via dei numerosi incendi dolosi che da un anno a questa parte funestano le città dell'estremo Ponente ligure, ci sono cose interessanti da scoprire. A giugno una maxi retata antimafia ha condotto in carcere membri della potentissima famiglia dei Pellegrino (appalti pubblici, grandi opere a terra) e della famiglia Barilaro (sale giochi) ma il questore di Imperia, Luigi Mauriello, dice che l'emergenza nel Ponente è data dagli ingressi dei clandestini e dal commercio di marchi contraffatti. Non a caso l'operazione è stata portata avanti dai Carabinieri, che in seguito ad altre analoghe operazioni in Calabria hanno potuto accertare come, in questo territorio, tra voti di scambio, pressioni, minacce e presenza capillare in ogni appalto e collusioni con vari centri di potere, il radicamento sia molto forte. In seguito ad una durissima presa di posizione del quotidiano locale, Il Secolo XIX, e alle contestazioni di gran parte dei sindacati di Polizia, il questore è stato convocato a Roma dal Capo della Polizia, si pensava per studiare un'exit- strategy. Invece un'ispezione degli 007 inviati da Manganelli pare lo abbia sostanzialmente "assolto". In cambio è stato trasferito il capo della Mobile, Raffaele Mascia, reo di aver denunciato la scarsità di mezzi e uomini a disposizione per contrastare il crimine organizzato, e soprattutto reo di aver indagato sul porto d' armi di cui era regolarmente in possesso la moglie di Roberto Pellegrino e sui sospetti voti di scambio alle ultime elezioni. Per il questore ci sarà solo un "normale avvicendamento" forse nel 2011.
L'unico saldo al suo posto risulta essere il procuratore Capo di Sanremo, Roberto Cavallone, arrivato in effetti da meno di due anni. In un'intervista ad un periodico on-line ha chiesto alla popolazione il coraggio di metterci la faccia, perché con le denunce anonime non si fa niente.
Le inchieste, comunque, sembrano nonostante tutto proseguire. Pochi giorni fa, il 18, un blitz della Dda negli uffici del Comune di Ventimiglia, ha visto gli agenti in borghese impegnati ad acquisire gli atti di appalti, pratiche, lavori in corso. Qui in passato fu vicesindaco quel Vincenzo Moio la cui figlia, Fortunata, candidata alle Regionali con la lista Bertone, pare fosse oggetto di voti di scambio secondo le intercettazioni telefoniche fra presunti membri della 'ndrangheta arrestati a Genova.
Nei giorni precedenti erano stati ispezionati da uomini della Dia i cantieri della statale 28, dell'Aurelia Bis e altri a Sanremo e Arma di Taggia. Ancora a Genova un maxi sequestro, sempre della Dia, effettuato il 12 novembre ha portato alla confisca di beni per oltre un milione di euro appartenenti a membri di una decina. E mentre la Procura di Imperia indaga sull'assegnazione, senza alcuna gara d'appalto, dei lavori per il mega Porto Turistico di Imperia alla società dei Caltagirone (costo all'assegnazione: 30 milioni, costo finale valutato: 146 milioni) il quotidiano La Stampa ha intitolato (ma a Torino lo sapranno?) le proprie locandine così: "La cappa delle inchieste soffoca la provincia di Imperia".
Inopportuno. Ambiguo. Inconsapevole? Quantomeno.