Ma la vita rotola come un pallone?

par ARMANDO CAPPELLO
sabato 5 luglio 2014

C’è una domanda che mi gira nella mente. Non è per nulla inquitante, ma mi sta confermando, in parte, le perplessità che ho sulla struttura che riveste l’attuale società mondiale. Noi viviamo delle ricerche di mercato che multinazionali e politici aggiornano costantemente e che servono a loro per sapere cosa noi preferiamo o detestiamo. E tutti noi, coscienti o meno della cosa, percorriamo la strada che ci viene indicata.

Secolarismo e Consumismo hanno trasformato la nostra quotidianità, proiettandoci alla ricerca del materiale (fisico) e del psicologico (mentale)elidendo il terzo punto di equilibrio che è la spiritualità (religione), così rendendoci instabili e influenzabili: per noi è diventato meglio seguire i suggerimenti che la società ci indica, piuttosto che contrapporci alle effimere soddisfazioni dalla stessa proposte.

E lo sport calcio non si stacca da questo cliché. Questo sport è diventato una passione e, come tale, sta sostituendo le religioni: si deve credere in imprese realisticamente impossibili, ossia nei miracoli.

In linea di principio non ho nulla contro i Mondiali di Calcio, ma questo fino a quando rispecchiano quello che è la realtà; quando l’aleatorietà sovrasta la realtà... non sono cieco! Il dado ha 6 faccie e esiste il 16,66% di probabilità che esca un determinato numero; e il continuare a lanciare il dado diminuisce, in modo esponenziale, l’uscita di quello stesso numero. Ma questo è un fatto basato sull’equità tra i numeri, ossia che ogni faccia sia equivalente alle altre.

Iniziamo invece ad introdurre un disequilibrio, come il monte salari dei giocatori di una nazionale rispetto ad un’altra. In conformità alla classifica UEFA, prendiamo in considerazione le 6 Nazioni più rappresentate nella Champions League che sono: Inghilterra, Spagna, Germania, Italia, Portogallo e Francia. Adesso inseriamo il monte salari dei giocatori partecipanti e confrontiamoli con il monte salari dei colleghi di Algeria, Costa Rica, Grecia, Nigeria, Svizzera e USA. Non ho avuto la pazienza di elaborare questo calcolo, cosa che lascio ai giornalisti, ma ci scommetterei che ne uscirebbe un rapporto sarebbe vicino a 20 a 1, ossia il monte salari dei primi sarebbe 20 volte superiore ai secondi.

Se adesso prendessimo in considerazione l’aspetto statistico del risultato della prima fase del Mondiale di Calcio 2014 (ossia l’eliminazione di Inghilterra, Spagna, Italia e Portogallo), il rapporto che ne uscirebbe rasenterebbe lo 0,00000001%, ossia 1 possibilitá su 100.000.000. PER FAVORE!!!

Ma siamo così stupidi? Quando l’aleatorietà è superiore alla realtà? Vogliono creare nicchie di speranza dentro di noi? O è una questione di fede? O siamo arrivati al punto che tutto è manipolato? O, semplicemente, chi percepisce un salario cospicuo non ha piú voglia di stare in mutande e correre dietro ad una palla?

La risposta a queste domande, che rappresenta la verità delle cose, è legata al pensiero di ognuno di noi: ma non è questo che mi interessa, in quanto soggettivo. Mi interessa invece la realtà che il mondo del pallone ci presenta. Come quello del pallone, anche il mondo in generale è gonfiato e devono essere messi dei freni alla pazzia che lo sta sostenendo: caso contrario i pazzi avrebbero ragione dicendo che “i matti sono quelli che stanno fuori dai cancelli”.

Hegel e Marx affermarono che “la religione è l’oppio dei popoli”(fare attenzione, “religione” e non “religiositá”), cosí parafrasando gli antichi romani che, già 2000 anni prima, organizzavano spettacoli per distogliere l’attenzione del popolo dai problemi reali; ma distogliere è differente che illudire. Ciononostante non è questione di religiosità, ma del suo riferimento, ossia della religione che è stata secolarizzata; ai giorni d'oggi non dobbiamo pensare, dobbiamo solo sentire la futile gioia di usare la tecnologia all'ultimo grido, conoscere l'esotico e vivere il consumo, ossia ascoltare ciò che ti inducono a fare e dove non hai scelta perché vivi telecomandato.

Photo: Daniel Lobo, Flickr


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