Ma in questa Europa “che ci stiamo a fare?”.
par Gregorio Scribano
lunedì 25 novembre 2024
Ma in questa Europa dove l’Italia viene considerata il fanalino di coda,
in questa Europa che ci ha fatto pagare un Euro con due mila Lire, dimezzando di fatto salari, pensioni, risparmi e valore delle abitazioni,
in questa Europa dove noi italiani siamo gli unici ad andare in pensione a 67 anni,
in questa Europa dove noi lavoratori italiani siamo i meno retribuiti,
in questa Europa che ci ha lasciato da soli a gestire il flusso dei migranti,
in questa Europa che ci vuole togliere le auto a benzina e diesel entro il 2035,
in questa Europa che non ha una politica fiscale e militare comune…
insomma, in questa Europa, che ci stiamo a fare?
“Che ci stiamo a fare?”, è una domanda più che legittima che riflette un senso diffuso di frustrazione nei confronti dell’Unione Europea, che spesso sembra penalizzare più che favorire i cittadini italiani.
I problemi ci sono e sono tanti, ma possono essere affrontati attraverso una maggiore partecipazione e leadership a livello europeo, anziché con isolamento o scetticismo. La sfida sta nel trovare il giusto equilibrio tra difesa degli interessi nazionali e impegno per una comunità europea più unita e coesa.
Ci vorranno ancora altri decenni prima che l’Europea diventi una forza in grado di farsi valere e di reggere il confronto con le altre potenze mondiali, come gli Stati Uniti, la Cina, l’India e l’Unione Sovietica.
Sarà, quindi, un percorso lungo, anzi lunghissimo.
Nel frattempo l’Italia farebbe bene a lavorare per il raggiungimento di una vera “Unione” del Vecchio continente il cui iter conclusivo deve porterà alla fondazione degli Stati Uniti d’Europa, ma farebbe altrettanto bene a non perdere mai di vista gli interessi nazionali!