Ma il Papa può "dare le dimissioni"?

par Paolo Monarca
lunedì 11 febbraio 2013

La risposta, non proprio scontata, è sì, anche se sarebbe più appropriato parlare di "rinuncia" o di "abdicazione" del soglio pontificio. La spiegazione la troviamo nel Codice di Diritto Canonico (Codex Iuris Canonici), il codice normativo del diritto vaticano, aggiornato l'ultima volta da Giovanni Paolo II, che lo ha promulgato nel 1983.

Nel Libro II, parte II, "La costituzione gerarchica della Chiesa", il primo capitolo della prima sezione, "Il romano Pontefice e il collegio dei vescovi" recita:

Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.

Letteralmente per "abdicazione" s'intende l'abbandono con l'indicazione di un successore; le dimissioni sono, invece, la semplice rinuncia. Anche se il Pontefice non può nominare un successore (che dev'essere scelto dai vescovi riuniti in concilio) così come farebbe, ad esempio, un monarca, egli può ordinare che s'indica un Conclave che designi il suo successore. A partire dalla "rinuncia" comincia un periodo di "sede vacante", come avviene normalmente dopo la morte del Papa, che termina in concomitanza con la fine del Conclave e con la proclamazione del nuovo Pontefice. 

Esistono numerosi esempi, nella storia della Chiesa, sebbene non proprio recenti. Nello specifico, non si assisteva alle dimissioni del Papa da più di 600 anni. L'ultimo fu Gregorio XII, nel lontano 1415. Tra gli altri "papi dimissionari" troviamo persino un santo, Clemente I, poi San Clemente, che venne fatto prigioniero dall'imperatore Nerva (secondo altri, da Traiano). Esiliato, pare che Papa Clemente abdicò per non lasciare i suoi fedeli senza guida.

Esiste anche un precedente omonimo di Papa Ratzinger, Benedetto IX, che fu Papa ben tre volte. Ma più che di abdicazione si dovrebbe parlare di "compravendita" della carica papale. Benedetto "vendette" letteralmente il suo ufficio al suo padrino (sembra, in cambio di diversi chili d'oro), forse per potersi sposare. Ma fu una rinuncia di breve durata; poco dopo l'ex Pontefice tornò a Roma deciso a riprendersi la carica, salvo perderla altre due volte prima di essere scomunicato.

Il caso più famoso, citato persino da Dante nella Divina Commedia, riguarda Celestino V, "il Papa del Gran Rifiuto", che abdicò in favore del ricchissimo Benedetto Caetani, divenuto Papa Bonifacio VIII, lo scandaloso pontefice protagonista dell'episodio dello "schiaffo di Anagni".

Se la notizia della rinuncia di Benedetto XVI arriva come un fulmine a ciel sereno, capace di lasciare di stucco anche il Cardinal Sodano, le ragioni della scelta dell'anziano Pontefice vanno forse ricercate in una frase che l'allora Cardinale Ratzinger pronunciò riguardo Papa Giovanni Paolo II, sempre più stanco e provato dalla malattia: "Se la salute peggiora, il Papa può anche dimettersi". Era il 20 maggio 2012. La prima profezia del futuro Papa?

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