Ma chi vota PDL?

par Il filo di Arianna
sabato 27 giugno 2009

Le ultime elezioni hanno confermato lo strapotere del Popolo della Libertà che resta saldamente il partito più votato con uno scarto imbarazzante per il secondo partito d’Italia.

Eppure....

Sarà un caso ma nella mia cerchia di conoscenze nessuno ammette di aver votato Berlusconi.

Conosco diversi leghisti, qualche nostalgico della falce e martello che non ci si raccapezza più, qualche elettore del PD che però se ne vergogna un po’, alcuni dipietristi e financo tre o quattro radicali. Una discreta fetta ammette di non votare da anni.
 
Ora non pretendo di essere un indicatore statistico ma vuoi per amicizia o vuoi per lavoro il mio “bacino” è di circa 200 persone, testa più testa meno.
 
Ora, se la matematica non è un’opinione non pretendo di arrivare a 120 persone che dichiarano il loro amore per il premier (il 61% di consenso) , ma vorrei almeno trovare quelle 70 persone che lo hanno votato alle europee (35% PDL).

Questo quesito mi assilla da un po’. Certamente qualcuno mente sapendo di mentire… Ma perché?

Mi viene in mente una frase del Don Camillo di Guareschi “nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!” ma faccio fatica a sostituire l’immagine di un Dio onnipresente a quella di Berlusconi.
 
Sono pertanto giunta ad una conclusione, molto personale se volete.
 
Se uno ammette di votare Berlusconi rischia pesantemente di sentirsi rovesciare addosso da chi lo ascolta una serie di domande alle quali è quasi impossibile dare risposta senza imitare in qualche modo i vari Gasparri, Cicchito, Ghedini e Capezzone che si presentano in televisione e credo che la dignità non si possa togliere a nessuno.
 
Toccherebbe anche a loro dire che i processi del premier sono solo invenzioni delle toghe rosse, ma non ci credono, che Puttanopoli è puro gossip, ma in realtà fa un po’ schifo anche a loro, che il conflitto di interessi è un invenzione dei comunisti ma poi al TG1 hanno visto Minzolini ed hanno cambiato idea.
 
Dovrebbero darti atto che Obama abbronzato non è un complimento e che dire a un segretario di stato tedesco Kapò non è proprio elegante, che forse nemmeno per lui Mangano è la preclara figura di eroe del quale narrare le gesta ai figli prima della nanna.
 
Potrebbero farti un elenco dei meravigliosi provvedimenti di questo governo del fare, ma la verità è che tutti sappiamo che a Napoli la spazzatura c’è ancora, magari non in centro ma c’è, che nessuno sfollato d’Abruzzo è ospite a Villa Certosa e che, a parte la nonnina della dentiera, il grazie dei terremotati non è al governo ma alla protezione civile ed ai pompieri (arrabbiati per le mancate promesse di nuovi organici da assumere), che la riforma della scuola favorisce spudoratamente la scuola provata a discapito di quella pubblica, che la difesa dei sacri concetti cristiani vale sul corpo martoriato di una morente ma non per il morente membro del premier, che la riforma del bel Brunetta sulla pubblica amministrazione e il bellissimo reato di clandestinità sono solo l’inizio della guerra tra poveri.
 
La social card è una presa per i fondelli, il bonus per i lavori atipici una carità.

Restano il decreto anti-stalkin, le norme per chi guida ubriaco ed il salvataggio Alitalia (che ha pagato Pantalone ma tant’è).

Ma a questo punto rischierebbe di sentirsi rinfacciare il Lodo Alfano e l’attesissimo decreto sulle intercettazioni in attesa della Riforma della Giustizia e separazione delle carriere.
 
Insomma perché sobbarcarsi tutto questo stress?
 
Potrebbe forse darti una sola risposta logica: ma gli altri al governo che hanno fatto? A questo punto ammutolisci anche tu e riesci a capire perché a volte conviene mentire.
 

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