M5s, la Fucksia sfiduciata accusa: non hanno sale in zucca!

par Fabio Della Pergola
mercoledì 12 marzo 2014

Mi capita molto raramente di essere d’accordo con la prassi politica del Movimento Cinque Stelle (ma attenzione!, ho detto “prassi politica” non “contenuti”, c’è differenza). 

Soprattutto mi fa ridere davvero quella balorda pretesa di presentarsi come l’unico movimento realmente democratico dove la voce di ogni singolo cittadino dovrebbe avere lo stesso peso di chiunque altro. Dove il Capo Supremo fa finta di essere solo un megafono e non il Decisore di ultima istanza. Dove i voti online sono gestiti in proprio dal braccio destro (un po’ sinistro) del Capo supremo senza che ci sia mai modo di verificare se quello che dice è vero o sono solo balle. Eccetera.

Non ultima non mi piace per niente la prassi dell’espulsione di chi manifesta anche minime critiche, non tanto alla linea politica (che non è tanto chiara se non per il rifiuto categorico di stabilire alleanze) quanto ai comportamenti incontrollati, incontrollabili e insindacabili del Capo Supremo (che, infatti, non deve chiedere il permesso alla base per dire quello che gli pare, quando gli pare e come gli pare).

Così è stata espulsa Adele Gambaro, per lesa maestà, così sono stati espulsi i senatori Orellana e Romani e i due siciliani, Campanella e Bocchino, di cui era stato detto, ma era falso, che “erano stati sfiduciati dalla base territoriale”, cioè Palermo. Bufala sbugiardata platealmente dal responsabile del meet up di Palermo in una verificabile intervista a Il Fatto Quotidiano. Ascoltare per credere.

Nonostante questo, scrivere che l’espulsione dei due senatori siculi era illegittima secondo le regole che il M5s stesso si era dato, ha sollevato il solito tsunami di improperi e deliranti minacce di denuncia per diffamazione.

Oggi invece, incredibilmente, una nuova espulsione che mi trova d’accordo.

Si tratta della graziosa senatrice marchigiana Serenella Fucksia che ha ricevuto il benservito (salvo smentite) dal meet up di Fabriano, con l’accusa di aver “fatto mancare totalmente il contatto con il territorio ed essendosi da sempre espressa unicamente su posizioni personali”. Cioè è stata eletta e poi ha fatto politica a modo suo in totale continuità con la più obsoleta delle politiche d’antàn (oppure fidando banalmente nelle proprie capacità).

In realtà lei ribatte seccata “Voglio sentirmi libera di dire quello che penso e se qualcuno vuole mi può contraddire”, che sembra una polemica contro il divieto di critica piuttosto condivisibile, ma è evidente ben altro malumore “il problema - afferma - non sono mica Grillo e Casaleggio, sono le persone senza sale in zucca; o hai dinanzi gente intellettualmente onesta e obiettiva, oppure con il fanatismo non si va da nessuna parte”.

Sulla mancanza di sale in zucca se ne potrebbero dire tante - anche su Grillo e Casaleggio (ricordate l’esilarante “Gaia”, l’apocalisse prossima ventura? o l'ignobile accusa alla Levi Montalcini di essere una "vecchia puttana"?) - così come sui simpatizzanti del m5s (ovunque in rete ci sono fior fiore di commenti di fanatici da far sbellicare dalle risate, ma questa del fanatismo, sia chiaro, non è prerogativa esclusiva del M5s).

Comunque ce n’è anche per la Fucksia stessa. In occasione della boutade del leghista Calderoli che simpaticamente equiparò la ministra Kyenge ad un orango, la nostra fanciulla in fiore se ne uscì con un esilarante “ma cos’ha detto (Calderoli) di così negativo? Io proprio non lo capisco”.

«Non lo capisce - scrivevo a quei tempi - qualcuno dà ad una donna di colore della scimmia e lei non capisce l’offesa. Anzi, rincara la dose. A me - dice - tante persone sembrano animali; ad esempio, la sua ex collega espulsa dal Movimento, Adele Gambaro, “ricorda una mucca”. In effetti dare della vacca ad una signora un po’ in carne e non più giovanissima è un po’ come dare della scimmia a Cécile Kyenge: uno scherzoso lazzo da simpaticoni».

Insomma, a sale in zucca nemmeno lei è un campione, sembra evidente.

Quindi, per una volta, cari amici del M5s, siamo d’accordo: fuori una a corto di sale. Restiamo in attesa di sostituti possibilmente salati. Sembra di scegliere dei crackers non dei parlamentari, ma vabbé.

 


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