M5S: tentativo di balcanizzazione del Parlamento

par paolo
venerdì 31 gennaio 2014

L'indegna gazzarra scatenata dai deputati del M5S in Parlamento, ieri e l'altroieri, ha distinte responsabilità che è bene cercare di capire, per non fare di tutta un'erba un fascio, ma rimane tutta la gravità di una strategia che evidenzia pericoli per la tenuta democratica.

Le immagini sconcertanti dei tafferugli avvenuti l'altroieri in Parlamento, con coda odierna, stanno ovviamente facendo il giro del mondo e, come troppo spesso ci capita, non sono certamente molto edificanti per il nostro paese.

Immagini che ci hanno accomunato a quelle non esaltanti del parlamento ucraino. Protagonisti principali dell'indegna gazzarra i parlamentari pentastellati di Beppe Grillo che, dopo avere occupato i banchi del governo nel corso della discussione e ratifica di alcuni provvedimenti del governo, hanno poi continuato la loro protesta occupando l'aula della Commissione giustizia.

Le ultime notizie ci dicono di una Laura Boldrini asserragliata nel suo ufficio. A margine di questo la dichiarazione del deputato grillino Giorgio Girgis Sorial che ha definito "boia" il Presidente Giorgio Napolitano, beccandosi un procedimento per villipendio. Per tutta risposta il M5S ha depositato la richiesta di "impeachment" di Napolitano alla Camera e al Senato.

Che siano momenti difficili è inutile sottolinarlo, che oltre alle difficoltà economiche e finanziarie che attraversano il paese, in maniera peraltro molto disomogenea, ci sia anche un ulteriore scadimento etico e morale generale è altrettanto evidente.

Questo scadimento si riperquote ovviamente sui comportamenti dei partiti e dei singoli politici come conseguenza inevitabile di quel perverso legame che si è instaurato tra i cittadini elettori ed i loro rappresentanti .

Se Matteo Renzi ritiene del tutto normale, in omaggio alla "real politik" sulle riforme istituzionali, trattare con un pregiudicato condannato per gravi reati contro le istituzioni, quale è tale Silvio Berlusconi, non bisogna poi stupirci più di tanto se il Parlamento, organo centrale della democrazia, sia diventato un campo di battaglia in stile Chiomonte..

I deputati e i senatori del M5S, per loro stessa ammissione e per disposizione del loro leader Beppe Grillo in Casaleggio, sono entrati nel parlamento italiano con un solo ed unico scopo preciso: sfasciare tutto. In coerenza con questo principio assiomatico non intendono dialogare o scendere a compromessi con nessuno.

Siccome questo atteggiamento comporta un inevitabile isolamento politico da parte delle altre forze parlamentari, l'unico modo per "avere visibilità mediatica" è quello di passare alle vie di fatto, esattamente con le stesse modalità che si utilizzano durante le contestazioni di movimenti antagonisti al sistema nelle strade e nelle piazze.

Manca soltanto la sassaiola perché non è disponibile la materia prima, ma siamo sullo stesso piano. Perché è bene ancora sottolinearlo che il M5S non è un partito politico ma un movimento di contestazione antisistema, trasbordato dalle piazze nelle aule delle istituzioni dal messianico Beppe Grillo e dal suo guru Casaleggio. La strategia è quella di raccogliere tutti gli sfigati, di destra e di sinistra che vedono fallito il loro progetto di vita, promettendogli l'araba fenice di un mondo migliore.

Quindi la prima considerazione da fare è che: sia il M5S in quanto tale che i suoi soggetti fondatori e operativi sono un "prodotto della comunicazione", ovvero della rappresentazione mediatica offerta dal mezzo informatico, per cui è del tutto evidente che di "comunicazione (online )" devono alimentarsi per esistere.

Poi c'è da dire che non hanno un imprinting democratico perché è grottesco pensare ad un deputato eletto con venti "tweet" sul blog di Beppe Grillo, a fronte di una popolazione di oltre 50 milioni di elettori, ovvero lo 0,0000004 del corpo elettorale (?!); una bestialità unica al mondo.

Da qui nasce la gamma di spot a partire da Grillo in giù, a coprire il vuoto di un'azione parlamentare ininfluente. Ininfluente sia chiaro per il criterio con cui viene portata avanti e non certamente per le idee che in molti casi ci sono e che, se sgravate da ideologismi e fantasie metafisiche, sono ottime e di sprone all'intero quadro istituzionale .

Quindi se l'occupazione del Parlamento con relativi tafferugli, le offese al Presidente Napolitano, alla Boldrini ecc.,spesso espresse con un linguaggio triviale o non consono al ruolo istituzionale ricoperto, sono da condannare senza esitazione, bisogna però anche capire cosa e chi le alimenta e fare una distinzione caso per caso.

Prendiamone due:

È sicuramente del tutto ingiustificabile e da condannare occupare i banchi del governo nel corso di una votazione per la ratifica del "Progetto transadriatic pipeline" che riguarda il gasdotto Grecia-Albania-Italia.

Ben altra considerazione bisogna farla quando in votazione c'è un provvedimento come quello che "regala 7,5 miliardi di euro al sistema bancario nazionale", legando in maniera chiaramente pretestuosa il provvedimento al "salva imu" che evita agli italiani il pagamento della famigerata seconda rata .

Ma che "c'azzecca ", per dirlo in volgare dipietrese, l'IMU con il riassetto proprietario di Bankitalia, che regala una montagna di soldi a banche e assicurazioni private?. Poi è evidente che il tutto scade e che la Boldrini, che conta in Parlamento come il due di briscola, deve salvare il decreto voluto dai capigruppo dei partiti che sostengono il governo e di fronte all'ostruzionismo del M5S, ponga in atto la "tagliola" al dibattito e passi alla votazione. Primo evento del genere nella storia repubblicana.

Nel primo caso (gasdotto) è doppiamente condannabile che una minoranza ancorché cospicua come il M5S, in questo caso mossa soprattutto da motivazioni ideologiche genericamente antisistema, non accetti democraticamente le decisioni della maggioranza. E questo, a casa mia, si chiama democrazia. Un concetto che spesso appare sconosciuto a questi barricaderos guidati come automi in "format digitale".

Nel secondo caso (furbata pataccara), se è condannabile comunque il metodo di protesta del M5S, altrettanto va denunciato e condannato il pessimo vizio tutto nostrano di mescolare capra e cavoli nella presentazione dei provvedimenti da approvare. Sono "furbate" che abbiamo visto in teorie infinite di atti parlamentari, dai "salva Silvio" inseriti furtivamente nei provvedimenti sul mais o il cetriolo, ai finanziamenti ad amici e sodali inseriti nel quadro di provvedimenti di interesse generale.

È una pratica indecente che deve finire e che attiene ad una concezione furfantesca dello strumento politico. Fossi stato presente alla Camera e avessi avuto tra le mani un calamaio (quelli di vetro pesanti che erano sui banchi delle mie elementari), lo avrei scagliato senza esitazione contro il governo.

Poi andavo in galera, ma non avrei resistito a tanta porcheria, a tanta ostentata infingardagine. Poi ci si stupisce se gli ultimi dati ci forniscono un quadro della corruzzione dilagante e dell'evasione fiscale che ancora è in aumento, malgrado gli strombazzamenti che i nostri politici ci rifilano ogni giorno.

Sia chiaro che questo non è "cerchiobottismo", ma la pura e semplice constatazione che se si vuole riportare questo paese nella "normalità" di un paese civile bisogna partire da una rieducazione etica dei comportamenti, in primis delle istituzioni.

Ma ditemi se c'è speranza di cambiamento in un paese che per venti anni ha avuto come figura politica centrale un personaggio che ci ha reso ridicoli e squalificati di fronte all'opinione pubblica mondiale. E a quanto pare la storia non solo non è finita ma si profila anche un erede al trono che, sul piano politico, sembra fatto con lo stampino.

 


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