M5S: se il buon giorno si vede dal mattino, meglio far scorta d’ombrelli

par enzo sanna
sabato 23 marzo 2013

C’è ancora chi sostiene che, dato il poco tempo trascorso dalle elezioni ad oggi, sia prematuro esprimere un giudizio sul movimento dei grillini. 

A certi analisti si può contestare, a ragion veduta, il perdurante appannamento mentale nell’analisi dei fatti tale da impedirgli di prender atto della realtà manifesta nonché degli innumerevoli quanto inequivocabili avvisi lanciati dal “MoVimento” a destra e a manca fin dagli anni trascorsi. Altro che “dare tempo”.

La genesi di questo cosiddetto MoVimento, da doversi definire in maniera più appropriata una “azienda politico-economica di proprietà privata esente da IVA”, preannunciava fin da allora e senza dubbio alcuno l’imprinting antidemocratico, populista, qualunquista, intriso di insipienza politica constatabile oggi da chiunque.

Sembra che gli elettori del “MoVimento” 5 Stelle abbiano spedito in parlamento, come loro rappresentanti, degli zombie telecomandati non da chi li ha eletti, ma solo dal capo zombie Grillo, guarda caso tenutosi alla larga dagli scranni parlamentari. Si rimanda ad altri interventi l’approfondimento in merito alla differenza tra il concetto di democrazia rappresentativa e la rozza superficialità alla base della teorizzata democrazia diretta della, nella, sulla rete, cara ai grillini, anzi, ai due santoni del movimento e, per riflesso, agli eletti!

Coloro che frequentano la rete sanno bene quanto sciocca sia una tale proposizione, a meno che i sostenitori del principio non abbiano fini reconditi e inconfessabili da portare avanti in maniera truffaldina. Peggio per chi ci casca e peggio per tutti qualora a cascarci fosse la maggioranza dell’elettorato.

Insomma, il motto tanto caro ai grillini del “uno vale uno” va interpretato: uno vale uno solo, Grillo. Gli altri? Comparse a comando. Solo Bersani, da buon burocrate con la vista lunga quanto la punta del proprio naso, può illudersi di cavarne qualcosa da costoro.
 
Detto questo, ciò che stupisce, alla faccia del contrabbandato rinnovamento della classe politica operato dal M5S, è la vecchia, antica, persino atavica arroganza del potere messa in atto dai grillini. Quanti non hanno provato la più profonda antipatia nei confronti dell’atteggiamento tracotante, indisponente persino nelle espressioni facciali tenuto dai capigruppo grillini della Camera e del Senato in occasione delle conferenze stampa, trasformate in soliloqui che ricordano nella forma i “comunicati” delle Brigate rosse, senza possibilità alcuna di interlocuzione?

L’elettore vorrebbe sapere, comprendere, condividere o meno le analisi delle persone sbattute su quegli scranni a rappresentarlo; necessità disattesa, forse sconosciuta a questi personaggi, a quanto pare. Chi ancora non ha riso, purtroppo amaramente, alla infinita serie di stupidaggini pervenute dal “rinnovato” corpo parlamentare? Quanti non hanno provato indignazione verso altre meno esilaranti manifestazioni di cialtroneria? Qualora si dovessero incrociare per strada i due “valorosi” capigruppo grillini, a chi non verrebbe voglia di indirizzargli un Vaffa seguito da due calcioni ben assestati alla medesima maniera di come si farebbe a portata di gamba del lato B di Scilipoti?
 
Altro che rinnovamento. “Niente di nuovo sul fronte occidentale” titolava Remarque nel 1929. La politica cafona e arrogante di certi nonni e padri sembrerebbe aver trovato il “degno” ricambio generazionale, mentre i giovani motivati, seri, capaci, continuano a fuggire all’estero per potersi assicurare un briciolo di dignità negatagli nel proprio Paese.
 
Ciò che stupisce è l’atteggiamento dei giornalisti i quali dovrebbero disertare, in un sussulto di dignità, i “soliloqui” di certuni, rifiutandosi di fargli da sponda. La stampa ha mille magagne da farsi perdonare, ma rappresenta comunque un baluardo irrinunciabile della democrazia. Solo i corrotti, i corruttori, i mafiosi, i profittatori, gli imbroglioni possono temerla. Si discuta pure degli abusi come delle manipolazioni operate sulle notizie da certi giornalisti ma, per cortesia, dopo aver riposto alle domande. I proclami sono patrimonio dei regimi antidemocratici e assolutisti.

Leggi l'articolo completo e i commenti