M5S: referendum online e silenzi

par Andrea Flores
mercoledì 15 gennaio 2014

Ieri il leader del Movimento 5 stelle ha indetto una consultazione on-line sul tema del reato di clandestinità.

Lunedì 13 gennaio sul blog di Beppe Grillo compariva l'invito agli iscritti di esprimersi sul tema del reato di clandestinità. Aggiungiamo, per dovere di cronaca che ha vinto, per una volta, la civiltà, o almeno ciò che ne resta in questo paese, e la maggioranza si è detta favorevole alla soppressione di quell'abominio giuridico in salsa razzista che criminalizzava un essere umano per il semplice fatto di voler cercare una vita (forse) migliore emigrando. Come fecero, del resto, moltissimi italiani in un passato ormai quasi dimenticato.

Ma non è di questo che si occupa questa riflessione, che invece parte da tale evento per parlare di un argomento tabù sul blog del Beppe nazionale, ovvero l'euro.

Da più parti infatti gli attivisti del M5S si domandano come mai i vertici del non-partito di Grillo e Casaleggio evitino accuratamente di parlare di moneta, di trattati europei, di sovranità, di banche.

Eppure Grillo negli anni 90 si era avvicinato al tema della sovranità monetaria, partecipando alle conferenze di Giacinto Auriti e parlandone durante alcuni suoi spettacoli, come per esempio "Apocalisse morbida" del 1998.

E anche sulla frequentazione del professor Auriti, uno dei primi in Italia a porsi il problema della sovranità monetaria, silenzio. Sembrerebbe che Grillo il professore non l'abbia mai conosciuto. Ma così non è. Grillo si era entusiasmato al tema della moneta e stava facendo opera di divulgazione degli argomenti del professore.

Poi basta. Sull'argomento della moneta calò il muro del silenzio.

Silenzio che si fece sempre più assordante quando, a distanza di decenni dai vaticini del vecchio professore e di lustri dalle invettive spettacolari del comico genovese, quegli argomenti tornarono di scottante attualità e il tema della proprietà della moneta e della sovranità monetaria cominciarono a bucare i mainstream e a diventare oggetto di pubblico dibattito , al di la delle complesse conferenze per pochi inizati o curiosi, considerati, dal senso comune mainstream, dei folli.

La crisi ha mostrato che costoro invece non erano folli.

In molti e per primi dei premi nobel dell'economia, si domandano se non sia l'euro una scelta folle per i popoli d'Europa, se i trattati capestro della UE non siano illegittimi e se la sovranità monetaria non debba appartenere allo stato piuttosto che a delle multinazionali private, e se sia legittimo che le costituzioni nazionali debbano subordinarsi ai diktat della troika di Bruxelles.

Molti attivisti, insomma, vorrebbero che entrasse nell'agenda dei diarchi del M5S un argomento fondamentale come la moneta. Invece silenzio. Grillo di euro non parla.

Eppure un referendum sull'euro era ventilato anche nel programma del M5S relativo alle ultime elezioni nazionali. Invece niente. Silenzio.

In Europa se ne parla (e molto) di euro. In Italia le eccezioni al tabù sono una rarità.

In Francia, per esempio, la formazione nazionalista di Marine LePen non solo parla di euro ma ne fa uno dei suoi cavalli di battaglia, garantendo una rinegoziazione totale dei trattati che limitano la sovranità del paese e anche un'uscita dalla moneta unica europea.

Perché in Italia parlare di uscita dall'euro nel dibattito pubblico è un tabù? E perché persino sul web, persino nei luoghi maggiormente vicini al movimento le riflessioni sull'euro non vengono raccolte e fatte proprie dai diarchi del M5S?

E perchè tale tabù si estende anche alla sedicente democrazia interna del neonato M5S? Cosa c'è di democratico in una struttura dove uno (due) detta(no) l'agenda (tramite liste di nomi e software proprietari) e gli altri eseguono?

Perché Grillo non propone, domani, così come ha fatto ieri, un referendum online, però questa volta sull'argomento impronunciabile: la sovranità monetaria e l'uscita dall'euro?

O forse dobbiamo pensare che la linea del M5S sull'euro è quella "dal sen sfuggita" a Gianroberto Casaleggio? Ma allora non sarebbe più onesto dirlo chiaro che per i leader del M5S sull'euro la pensano come la nomenklatura dell'inciucio, come la troika, come le élites finanziarie? Tutto sarebbe un po' più chiaro, meno cerchiobottistico, meno doroteo...

Cosa si cela dietro questo enorme silenzio su questo enorme acemente, argomento? Come mai il ruvido e diretto eloquio del grande comunicatore genovese, quando si parla di euro, lascia il posto a una riservatezza di andreottiana memoria?

Semplice ignoranza sul tema? Mancanza di consapevolezza? O forse, semplicemente la paura di fare la fine di gente che ha voluto toccare gli argomenti sbagliati, come per esempio, Kennedy, Sankara, Olof Palme oppure Ivan Heyn... o molti altri.

Resta la domanda a Grillo: quando parlerà di sovranità monetaria, quando ce ne lascerà parlare senza bannare i commenti sgraditi, quando ascolterà la base, quando parlerà dei problemi veri, non del teatrino della politica bensì della storia e del futuro di un paese e di un continente che sono incamminati verso un declino epocale, che necessiterebbe di statisti con visioni, non di guitti che inseguono sinecure degne di una navigazione a vista di piccolo cabotaggio. Ma per quella c'è già il governo dell'inciucio. Pardon, delle "larghe intese". Vuole forse parteciparvi anche Grillo?

 

 


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