M5S, cura o patibolo? Provare per credere

par Sergio Giacalone
lunedì 19 maggio 2014

Il sistema Italia verso l’epilogo dell’autoimmunità.

Per una cosa mi sento di dovere ringraziare la cosiddetta “era berlusconiana”: per aver traghettato dalla complementarietà all’obbligatorietà lo studio della cultura del sospetto. Oggi la maggioranza di noi italiani, forti dell’esperienza culturale impostaci, vede complotti in ogni dove. E ha ragione!

Non può non esserci traccia di complotto nelle espressioni, tutte le espressioni, di una repubblica che vede nel complotto un suo elemento costituivo, il suo più originale marchio di fabbrica, il suo atto di nascita. Detto ciò, penso alle frequenti bufere mediatiche che spesso colpiscono il Movimento 5 Stelle e vengo assalito dai dubbi. Ci sono limiti in quel movimento, ci sono errori, eccessi, frizioni; c’è un’intransigenza spesso fine a se stessa. Ma c’è anche molto di buono.

È palese ormai come il Movimento “condotto” da Grillo, pescando nel malcontento, abbracci, per la prima volta nella storia repubblicana, un campione assai variegato di istanze e convinzioni che però è mosso da un’unica esigenza: quella di ritrovare l’identità fra il popolo italiano e la sua rappresentanza politica, perduta da tempo immemore. Il fine appare dunque già più che meritevole. 

Sui metodi si può discutere, anzi si deve. Ma la bontà delle intenzioni e la crescita responsabile e tangibile di questa vera (e unica!) rappresentanza parlamentare di una parte non indifferente del nostro popolo, meritano un plauso.

Le oltremodo tristi vicende politiche degli ultimi tempi hanno coinciso con una sempre più visibile presenza dei 5 Stelle, anche presso i media dai quali fino ad un certo punto si erano (e a ragione) tenuti a debita distanza; ciò si è verificato quando la (in parte) infida curiosità degli editori ha coinciso con una scelta consapevole degli stessi militanti, ormai forti dei mesi di esperienze acquisite e sicuri di poter affrontare le arene mediatiche senza tema di gaffes e scivoloni. E gli italiani gradiscono, se è vero che nei sondaggi di previsione di voto il M5S insidia sempre più da vicino i due colossi di Rodi dell’attuale scenario politico, PD e Forza Italia. Anzi se dobbiamo tener fede a queste previsioni, uno dei due se l’è già “cotto e mangiato”!

È comprensibile a questo punto che i partiti storici (mi si passi il termine cui ricorro nella assoluta certezza che son tutti progenie del “glorioso” compromesso storico) levino gli scudi ricorrendo alla pratica che da 70 anni permette loro di intridere ed inquinare ogni aspetto ed ogni livello della vita del nostro paese: la trama. Sono 68 anni ormai che i partiti tramano con lo scopo precipuo di far sopravvivere la Repubblica che hanno generato e che ne garantisce e perpetra i misfatti. E sono esattamente 60 anni che, nello svolgimento delle loro trame più oscure, essi godono dei servigi di un alleato risultato alla luce dei fatti il loro più fedele compagno: la televisione di Stato.

Quella televisione che, divenuta da subito strumento di regime e preda di vergognosi patti di potere politico, mentre diffondeva la sua magica luce azzurrina sulle facce stupite di un paese di tanti analfabeti, li svuotava dei contenuti originali e li forgiava a immagine e somiglianza del sistema, garantendo ai partiti la migliore e più rapida risposta all’impegno da essi profuso nell’opera di consolidamento della zoppicante repubblica e concrete certezze sul futuro di questa loro incerta creatura.

Sono 60 anni che la televisione ci racconta come siamo e come siamo stati, cosa pensiamo e perché lo pensiamo, prescindendo dalla effettiva rispondenza di questi racconti con la realtà vera.

In tal senso, tornando “a bomba”, l’ultima (spero non solo in ordine di tempo…) “campagna didattica” della televisione di Stato la vede impegnata a demolire, per quanto sia possibile, la forza attrattiva e addensante del Movimento 5 stelle e dei suoi patron, con il solo fine di garantire ancora una difesa a quel sistema del cui endemico malaffare non può contemporaneamente non dare notizia. E allora quella difesa si fa debole e disperata, mentre la sempre più vasta offerta mediatica ci rende partecipi di un pluralismo di informazione reale, prima ignoto, e rende la voce della tv di regime sempre più flebile e innocua. Come lo sono ormai i suoi padroni, barricati nei palazzi del potere.

Non sono certo di quale prospettive ci riservi un futuro a 5 stelle. Non so se quel rimando semantico alla categoria degli alberghi di lusso corrisponda per noi ad un effettivo salto di qualità. Posso solo sperarlo. Una cosa però è certa, così non si può continuare.

E allora è inutile starci a pensare: sia medicina miracolosa o arsenico assassino, turiamoci il naso e mandiamo giù, senza storie.

Tanto peggio di così…


Leggi l'articolo completo e i commenti