Luca Abbà se l’è meritata?

par Bruno Carchedi
martedì 28 febbraio 2012

Uno come me, per raccogliere ogni giorno notizie e punti di vista, cerca di attingere alle fonti giornalistiche più diverse. A quelle on line, naturalmente, per non spendere una fortuna in edicola, e a quelle dei più diversi orientamenti politici. A suo tempo infatti mi era stato insegnato che anche nelle argomentazioni più lontane dalle tue può sempre esserci un frammento di verità, un qualcosa che ti aiuta a riflettere, a meglio articolare il tuo pensiero, o anche - perché no? - a cambiare almeno parzialmente le tue posizioni.

L'ho sempre pensata così e mi sono di conseguenza sobbarcato l'ingrato compito di leggere anche pubblicazioni come il Giornale e Libero. Credendo ogni volta di aver letto il peggio del peggio e scoprendo - dopo - di essermi sbagliato. Davvero sembra non esserci limite al peggio quando si tratta dei giornali della destra italiana, inconsistenti e feroci.

L'ultimo episodio a proposito del gravissimo incidente accaduto a Luca Abbà, uno dei più noti leader del movimento No Tav, che ieri, 27 febbraio, è caduto da un traliccio ad alta tensione su cui si era arrampicato per protestare contro l'esproprio manu militari dei terreni su cui dovrebbe passare la scellerata linea ferroviaria ad alta velocità.

Mentre il Giornale ha scelto la derisione e l'insulto, cosa che non affatica il cervello e fa contenta la tifoseria, Libero è riuscito a fare di "meglio", lanciando fra i suoi lettori un sondagggio con questa domanda: "Luca Abbà, fulminato su un traliccio mentre protestava, se l'è meritata?".



Non credo che servano parole per un'iniziativa infame come questa: si commenta da sola. Ma una domanda vorrei proprio farla a Belpietro e ai suoi seguaci, seguendo il filo del loro ragionamento. In Afganistan da anni siamo impegnati in una guerra che non ci riguarda e che ogni tanto, purtroppo, fa vittime anche fra i soldati italiani. Questi soldati non sono là perché obbligati (non c'è più da anni il servizio militare obbligatorio) ma per scelta, in quanto volontari. Come Luca che era là, sul traliccio, per scelta. Con la differenza che per Luca si tratta di motivazioni ideali, etiche, mentre per i nostri volontari in Afganistan si tratta di motivazioni economiche, molto ben retribuite.

Ma quando purtroppo uno di questi militari muore o viene ferito avete mai letto su Libero che "se l'è meritata"? E il disgustoso Giornale non gli ha mai certamente dato del "cretinetti", a tutta pagina, in prima. Anzi, ogni volta a destra e a manca si versano fiumi di retorica sui "nostri ragazzi", sui nostri "eroi". E' troppo chiedere a questi due giornali un minimo di deontologia prefessionale, un minimo di coerenza?

 

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