Lotta all’evasione, l’ennesimo spot pubblicitario del governo

par Nicola Spinella
mercoledì 1 febbraio 2012

Erano trascorsi trenta giorni dalla vetrina di Cortina. Dopo Roma e Portofino, le Fiamme Gialle ardono all'ombra della "Madunina", facendo luce su un sottobosco di evasione e lavoro nero. Ed anche l'Agenzia delle Entrate si presenta nei locali della Movida milanese...

Cortina, Roma, Portofino ed ora Milano: prosegue senza sosta la battaglia all'evasione fiscale dichiarata dal governo Monti. Dopo aver guastato le vacanze vip a Cortina, probabilmente col solo effetto di aver spedito i ricconi a bordo dei SUV dalle parti di Sankt Morritz, l'implacabile scure di Mario il giusto si abbatte su quella "Milano da bere" che negli anni '80 campeggiava sui 3x6 di una nota marca di liquori.

Tra sabato notte e domenica, Baschi Verdi ed Agenzia delle Entrate hanno potuto fotografare una istantanea piuttosto fedele della situazione fiscale di oltre duecento esercizi commerciali, con risultati allarmanti. 

Ricevute non compilate, scontrini non rilasciati, lavoro nero: con buona pace di chi sostiene che l'evasione esista solo al sud, si scopre una situazione molto variegata in cui l'imperativo è "fuggire all'imposizione fiscale", evidentemente considerata insostenibile anche da chi gestisce un'attività commerciale ed è già abituato a tutta una serie di sgravi ed agevolazioni che evidentemente non riescono a sopperire alle necessità. 

Tanti cocktail per i quali non viene staccato lo scontrino, servizi di barberia non registrati, ricevute di minuta senza fini fiscali, lavoratori privi di permesso di soggiorno. Ma per sconfiggere il popolo degli evasori non servono le telecamere, ma una vasta azione capillare.

Sulla bontà dell'iniziativa nessun cittadino dotato di buon senso può esprimere giudizi negativi, sulle modalità d'attuazione c'è sicuramente più di un aspetto da migliorare.

Il clamore mediatico, motivato in occasione del blitz di Cortina in ragione della tipologia di esercizi e contribuenti controllati, è sicuramente indice di un esecutivo che vuole spettacolarizzare un'attività normalissima in tutte le altre parti del mondo, cercando di ovviare ad una popolarità prossima allo zero a causa dei diversi morbi che affliggono Monti e compagni. 

Il malcostume tutto italiano di non registrare la maggior parte dei movimenti di cassa deve essere sconfitto perché fa parte di quel genere di comportamenti che il contribuente (nella duplice accezione di consumatore ed esercente) mette in pratica in maniera quasi automatica: scagli la prima pietra colui il quale può ammettere il contrario.

Anche in questo caso sarà indispensabile una presa di coscienza forte, da parte di una maggioranza della popolazione, un'inversione di tendenza importante che non potrà essere raggiunta fintanto che il paese sarà, come sempre, guidato dai soliti noti e dalle solite caste. E' difficile sostenere l'importanza di chiedere lo scontrino per un caffè, quando c'è una classe politica nell'occhio del ciclone per i continui sprechi e benefit di cui gode.


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