Lo strano caso di Silvio e Ruby-Rubacuori

par Ambrogio Carriere
giovedì 20 gennaio 2011

E’ scoppiato il famigerato Ruby (Rubacuori)-gate, il Premier è indagato.

Berlusconi è ufficialmente indagato dalla procura di Mliano, il premier è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre scorso con l'ipotesi di reato di concussione. Vi è però anche un'altra ipotesi di reato configurata dal pubblico ministero ed è quella prevista dal secondo comma dell'articolo 600 bis del codice civile, quello che punisce la cosidetta "prostituzione minorile". E' un reato imputuato a chiunque copia atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e diociotto anni, in cambio di denaro o favoreggiamenti economici. Ora, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati ha chiesto il giudizio immediato, normalmente in ambito giuridico ciò accade quando le prove sul tavolo appaiono evidenti. Il Cavaliere dal canto suo si dice contento di poter dimostrare la propria innocenza. In una qualunque seria democrazia occidentale un primo ministro indagato per tali accuse fa due sempici cose: si dimette e si fa processare. In Italia affermare una cosa del genere vuol dire, nel gergo, essere un demagogico, rosso, antiberlusconiano. Il premier può avere tutta la presunzione di innocenza del mondo ma per dimostrarla c'è, fino a prova contaria, una sola via percorriblie: l'aula di tribunale.

Il leggittimo impedimento, bocciato già in parte dalla consulta, potrebbe non essere più la soluzione di difesa per il Cavaliere e quindi si troverà ad affrontare quattro processi a suo carico. Per difendersi su quattro fronti ci vuole molto tempo, troppo tempo per uno che nel tempo libero fa anche il premier. Scherzi a parte, lavorare a tempo pieno per il paese in una condizione del genere è impensabile, quasi impossibile; motivo per cui il Cavaliere si dovrebbe dimettere e dimostrare una volta per tutte di essere una eccellente vittima dello stato, un persegiutato dalla legge,c he poi non è altro che una massoneria deviata di magistratri rossi il cui unico motivi di vita è il sovvertimento della democrazia italiana. Questa sarebbe la motivazione strettamente pratica per cui il premier, senza scudo, difficilmente potrebbe portar avanti il suo operato di primo ministro. Vi sarebbe poi anche una questione etica che però non sto neanche a formulare se no potrei veramente essere preso per il più sfegatato dei dipietristi o che so io.


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