Lo scandalo Mondadori e le reticenze di Vittorio Feltri (e di molti altri)

par Filippo Cusumano
giovedì 19 agosto 2010

Trovo stucchevole tutto il can can mediatico sull’appartamento di Montecarlo, animato in prima fila dal Giornale (che fu di Montanelli).

Feltri insiste e continua a sfornare nuove prove. Grande giornalista? Parliamone.

Un grande giornalista non solo va a fondo delle questioni, come Feltri  sta facendo sulla storia dell’appartamento monegasco, ma dà anche tutte le notizie di rilievo.

Vorremmo allora chiedere al buon Feltri, dopo esserci sciroppati pagine e pagine sull’appartamento monegasco ( e non solo sul suo giornale, ma anche su moltissimi altri mezzi di comunicazione, soprattutto i tg Raiset) quale sia lo spazio che lui ha dedicato allo scandalo Mondadori.

La casa editrice - di proprietà del Premier- doveva al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia iniziata nel ’91.

Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25 marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la vertenza con un ben più modesto obolo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati versamenti d’imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6.

Un’altra delle simpatiche leggi ad personam cui ci ha abituato il premier.

In questo caso "ad aziendam".

Ma vediamo di che si tratta.

Cosa dice, in pratica,  l’emendamento che ben addestrate "manine" hanno inserito nel decreto numero 40.

Ad un certo punto si parla di "controversie tributarie pendenti da oltre dieci anni, per le quali risulti soccombente l’Amministrazione finanziaria dello Stato nei primi due gradi di giudizio e pendenti in Cassazione."

Di queste controversie si dice che ( citiamo l’emendamento diventato legge dello Stato) "possono essere estinte con il pagamento di un importo pari al 5 per cento del valore della controversia".

E questa casistica cosi complessa chi riguarda, tra gli altri ?

Ripetiamo, a rischio di passare per noiosi: controversie avviate da più di dieci anni, con i primi due gradi di giudizio favorevoli e pendenti in cassazione.

Guarda caso c’è proprio la Mondadori che si trova in questa condizione.

Rischiava di pagare 400 milioni di euro, si trova a pagarne poco più di 8.

Ne avete sentito parlare dal tg di Minzolini?

Quello che sostiene di attenersi ai fatti e di non volersi occupare di gossip?

Non è un fatto questo? Un contenzioso di 400 milioni con una azienda importante del Paese estinto con un ventesimo della somma dovuta, grazie ad una legge fatta approvare dal governo presieduto dal proprietario di quell’azienda?

Certo, ci sarà chi sosterrà che è tutto normale, tutto sotto controllo che il motivo della norma risiede, come dichiarato nel suo testo, nella "necessità di contenere la durata dei processi tributari nei termini di durata ragionevole dei processi, previsti ai sensi della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertaà fondamentali".

Ma vorrei che Feltri che tanto si appassiona ad un appartamento da 300.000 euro appartenente a privati, si occupasse, magari a pagina quindici anche di questa vicenda che riguarda i nostri soldi e ci spiegasse una cosa:

Come mai tutte le volte che sono in gioco gli interessi di Berlusconi si fa riferimento alla "salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali"?

Usando lo stesso linguaggio di Feltri, chi credono di prendere per i fondelli?

Poi, certo, il giornale che fu di Montanelli, ha tutto il diritto di appassionarsi ad un angolo cottura fantasma...

Ma confrontando i due eventi e il tipo di copertura mediatica che hanno avuto, inversamente proporzionale al loro rilievo, viene da chiedersi: a quale posto dobbiamo ancora scivolare indietro nelle graduatorie di merito del pianeta che riguardano la libertà di stampa?


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