Lo Snadir contro l’Uaar, ogni anno una trita polemica
par UAAR - A ragion veduta
venerdì 23 maggio 2025
Dopo il recente comunicato stampa dell’Uaar dal titolo Non si ferma la fuga dall’ora di religione cattolica, a cui i media italiani hanno dato ampio risalto, non si sono fatte attendere le reazioni dello Snadir, il Sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione che rappresenta il 34% degli insegnanti di Irc in servizio nella scuola italiana.
Il suo segretario nazionale Orazio Ruscica ogni anno replica in maniera scomposta nel tentativo di screditare l’Uaar. Anche quest’anno Ruscica ci ha accusato, dalle pagine del quotidiano online Tecnica della scuola, di avere recuperato i dati «in modo parziale e sospetto», fingendo di ignorare che si tratta di numeri ufficiali del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
«Sono anni che Ruscica ci accusa di manipolare i dati – dichiara Roberto Grendene, appena riconfermato segretario dell’Uaar –, di essere disonesti intellettualmente, perfino di “strisciante e spiacevole razzismo”. Eppure siamo gli unici a mettere liberamente a disposizione le cifre ottenute dal Ministero: Ruscica mostri che cosa avremmo manipolato o taccia, invece di denigrare la nostra associazione. Oppure protesti con Valditara se riscontra errori nelle comunicazioni del Ministero. Lo Snadir dovrebbe avere l’onestà intellettuale di ammettere che chi insegna religione cattolica è obbligato per legge a “impartire insegnamenti conformi alla dottrina della Chiesa” e percepisce lo stipendio statale grazie a una “raccomandazione”, ossia la lettera di idoneità che il vescovo rilascia a suo insindacabile giudizio. Unico caso di assunzione di dipendenti pubblici tramite una smaccata forma di clientelismo».
Un anno fa Orazio Ruscica aveva sostenuto che «l’ora alternativa deve essere un’opportunità educativa, non una scusa per uscire da scuola prima» e che gli studenti apprezzano l’Irc perché «ne riconoscono il valore culturale». «Per vedere se Ruscica è il solito oste che dice che il suo vino è buono – prosegue Grendene – lanciamo una sfida: mettiamo l’Irc in orario extrascolastico, come deve essere per una materia facoltativa, e vediamo chi sceglie davvero di avvalersene, e non sotto il ricatto di vedere i propri bambini di 3-10 anni discriminati. Ovviamente non ci pensa nemmeno a mettere l’Irc in orario extrascolastico, vuole invece obbligare a stare a scuola e vuole pure dire che cosa devono fare i bambini che non frequentano la sua materia dottrinale».
L’Uaar infatti nel febbraio 2024 ha lanciato la campagna “Libri per chi ha diritto di averli” e in un anno sono raddoppiate le classi di scuola primaria in cui bambine e bambini dell’Attività alternativa hanno il libro di testo pagato dal Comune, al pari di quello di religione cattolica. Ma abbiamo le prove che i docenti scelti dal vescovo si sono opposti al principio che «anche i bambini dell’attività alternativa hanno il diritto di avere un testo sul quale lavorare», boicottando l’iniziativa e definendo un furto ai danni dello Stato garantire il libro di alternativa (curiosamente non quello di religione). Quest’anno in oltre 12 mila classi ogni bambino e ogni bambina che non si avvale dell’Irc ha ricevuto un libro di testo rimborsato con cedola libraria.
Tra gli altri attacchi pervenuti in questi giorni dobbiamo segnalare quello dell’Unione Sarda che in un articolo di oggi primo aprile 2025 definisce chi non si avvale dell’ora di religione non più «esonerati» (non si può infatti essere esonerati da una materia che è facoltativa), ma addirittura «negazionisti». L’articolo dà ampio spazio alle farneticazioni del vescovo di Oristano che minimizza il calo di adesioni definendolo fisiologico e lo associa alle scelte sbagliate degli adolescenti come l’abbandono scolastico. Al ritmo di «appena» l’1,5% all’anno il calo degli studenti che frequentano l’ora di religione si porrà in maniera sempre più seria. Lo sanno benissimo la Chiesa cattolica e lo Snadir e la loro preoccupazione è evidente.