Live da Bangkok: vita normale, ma la nazione "sequestra" i turisti

par Massimiliano Masaracchia
giovedì 27 novembre 2008

Bangkok 27 novembre 2008 ore 01,03 p.m.
 

Nonostante quello che si legge su tutti i notiziari qui a Bangkok la vita scorre tranquilla, se non fosse per i due aeroporti conquistati dal PAD e bloccati, si dice, a tempo indeterminato.
 
Non si vedono militari per starda, non ci sono posti di blocco ma solamente si vive la quotidianetà. Alla sera i quartieri turistici sono normalmente frequentati e senza l’ombra di apparati di polizia o militari come dimostra la foto del mercatino di Pat Pong scattata nella serata di ieri.
 
A Chang Mai c’è stato uno scontro tra fazioni Gialli PAD - Rossi Filogovernativi dove purtroppo c’è stato un morto e dalle immagini televisive trasmesse da tutte le televisioni mondiali si intravede la polizia che non agisce.
Ed ecco il punto: la polizia non interviene, l’esercito con il suo potente Capo Anupong Paochinda che per adesso ha richiesto a parole il ritiro del PAD dall’aeroporto e le dimissioni del Premier Somchai Wongsawat non interviene.
 
Ma non solo gli apparati di pubblica sicurezza locali non intervengono ma anche gli organi di stato di tutte le Nazioni coinvolte con i propri turisti, che non possono partire e rientrare a casa propria, non intervengono, e non dico con la forza ma con i metodi diplomatici che quando sono messi in campo spesse volte muovono e velocizzano l’esito delle cose.

 
Ci sono turisti bloccati in questo paese, che l’unica cosa che si sono sentiti dire è "We apologize" (noi ci scusiamo) o "questa è la terra del sorriso" ma che comunque sono stati abbandonati in aeroporto senza notizie dalle Compagnie Aeree. Thai Airways, compagnia di bandiera non solo ha lasciato disinformati tutti i suoi passeggeri, fino ad oggi, ma al call center degli uffici thailandesi risponde un disco dove una voce registrata dice in inglese che tutti i voli sono cancellati e niente più.
 
Nei blog in internet inoltre si leggono discussioni fra le parti, anche accese, al limite dell’insulto - soprattutto fra Italiani che hanno scelto di vivere in Thailandia - e che vertono solo ed esclusivamente sugli aspetti politici della situazione che si è creata, senza che nessuno pensi per un momento a loro: i turisti bloccati in un paese contro la propria volontà ognuno con le proprie urgenze di rientrare a casa ai quali interessa una sola cosa: la riapertura immediata degli aeroporti.
 
E non è vero che tutte gli aeroporti sono bloccati: ieri infatti le compagnie aeree hanno fatto atterrare i propri voli in un aeroporto militare vicino a Bangkok e non si capisce come mai da questo stesso aeroporto, in una situazione di emergenza come questa, non si facciano decollare gli aerei per riportare i turisti a casa.
 
Questa è la situazione che si vive una situazione surreale in un paese che si proclama democratico, dove bastano 8.000 manifestanti per bloccare le vie di accesso principali del Paese senza che nessuno intervenga permettendo ad una nazione di "sequestrare" i propri turisti liberi di visitare ma non di ripartire.
 
E’ per questo che si richiede agli organi di informazione di non effettuare una informazione allarmistica degli eventi ma di premere sui propri organi di stato al fine di ottenere dalla Thailandia un intervento delle forze dell’ordine che sblocchino la situazione per il ripristino delle vie di accesso di questo paese.
 
Un’altra giornata di vita "normale" sta passando nell’attesa che qualcuno intervenga a risolvere la situazione.

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