Libertà di pensiero: El Pais intervista Camilleri

par morias
sabato 19 settembre 2009

Il quotidiano spagnolo, fatto oggetto di attacchi diretti da parte di Silvio Berlusconi al pari dei giornali italiani "L’Unità" e "Repubblica" intervista il padre del commissario Montalbano il quale non usa mezzi termini per definire l’anomalia italiana.

Nel corso della lunga intervista concessa da Andrea Camilleri a Miguel Mora, corrispondente italiano del quotidiano "El Pais", la frase che più di tutto ci ha colpito è un ricordo dello scrittore riferito ad un articolo del giornalista del "New York Times" Herbert Matthews alla fine della seconda guerra mondiale: <<Non abbiamo sconfitto il fascismo realmente, esso è una malattia che si espanderà nel corso dei prossimi decenni, riapparirà in forme che noi non riconosceremo>>.

Camilleri non fa altro che ripetere concetti che in molti nel nostro paese pensano ma che non esprimono per un mero calcolo di interesse personale, soprattutto per quanto riguarda la casta dei giornali, con poche eccezzioni, e del sistema mediatico generale, per il timore di essere epurati o di venire assoggettati alla gogna del terzo millennio, come nel caso del direttore dell’Avvenire Boffo.

Lo scrittore siciliano, al contrario di molti, spera che questo "regime" duri a lungo fino a quando gli italiani non potranno fare a meno di arrivare al vomito guardando a reti unificate il "buffone delirante".

Le critiche toccano anche i rapporti della maggioranza al governo con la Chiesa, interessata più al denaro ed alle esenzioni fiscali, piuttosto che alla protezione delle poche voci critiche al suo interno, sottoposte ad attacchi calunniosi ed equivoche.

Non si risparmia Camilleri nei confronti anche dell’opposizione parlamentare e del Pd in particolare, definito un "mostro a due teste" incapace di intercettare il malcontento crescente causato dalla grave crisi occupazionale e sociale, prima ancora che economica, nella quale l’esecutivo ci sta trascinando, con una politica diretta a negare l’evidenza e basata su un vuoto "ottimismo".

Abbiamo avuto modo di osservarla questa mostruosa opposizione proprio il giorno dopo la puntata di "Porta a porta" del 15 settembre: una vera opposizione, ma anche dei semplici uomini di buon senso avrebbero avuto tutte le carte per inchiodare il "cavaliere" alle sue responsabilità e alle sue bugie.

Avrebbero potuto dire che la consegna di novantaquattro moduli abitativi, e non delle vere case, ad Onna non bastano per far esultare il governo, per annunciare che la "missioine è stata compiuta", per decretare la fine dell’emergenza terremoto.



Avrebbero dovuto dire che le città non si costruiscono solo con un tetto per pochi eletti, senza una piazza, senza i servizi essenziali, senza scuole, senza esercizi commerciali, avrebbero potuto evidenziare il disagio per migliaia di persone che ora vengono sfrattate anche dalle tendopoli per essere deportati in alberghi o in strutture a decine di chilometri dalle loro terre natìe.

Avrebbero dovute inchiodare il premier alle sue parole quando definisce la stampa, o una parte di essa, fatta di "farabutti".

Ma queste espressioni vengono usate metodicamente dal "cavaliere" anche per concentrare l’attenzione dei sudditi su argomentazioni effimere, e per dirottare l’attenzione dell’opinione pubblica dal Lodo Alfano in discussione a giorni alla Consulta. 

Berlusconi attacca le Procure di Bari di Milano e di Palermo e tutti tacciono, nessuno leva il mento chinato per paura, per non guardare allo strisciante nuovo regime che avanza, ma che teme quei pochi anticorpi rimasti ad inpolverire nelle carte processuali da anni, riguardanti i rapporti del premier con Mangano, riguardante il processo a Dell’Utri, la cui sentenza di primo grado viene nascosta dall’opposizione invece di essere affissa sui muri delle città.

Sono pochi gli anticorpi in questo paese, e quei pochi rischiano in proprio come la conduttrice e la redazione di "Report", Milena Gabanelli che decide di mandare avanti anche per quest’anno il programma nonostante l’assenza della copertura legale della Rai, negatale dagli uomini fidati di Berlusconi che occupano posti chiave nel regime ma che quasi non hanno visibillità, che "lavorano" nell’oscurità delle tenebre.

Quest’autunno si deciderà del destino della nostra Repubblica lacerata dal Lodo Alfano, dalla sentenza Mills, dalle carte processuali dei rapporti tra mafia - casalesi - politica, dalla negazione della libertà di stampa, dalle norme anti-intercettazioni, dallo scudo fiscale per far rientrare i capitali illecitamente occultati all’estero derivanti da estorsioni, tangenti, sfruttamento della prostituzione, traffico internazionale di armi e di sostanze stupefacenti, bancarotta, aggiotaggio, insider trading, lavoro nero, lavoro minorile, truffe alla pubblica amministrazione: e si vuole emendare in questi giorni la normativa, col tacito assenso del maggior partito di opposizione parlamentare, per impedire alla magistratura di aprire le indagini su questi proventi che porterebbero direttamente in carcere quelli che ne hanno usufruito.

Spendo ancora qualche parola sullo "scudo fiscale": la scusa è di aumentare il gettito per l’erario attraverso l’imposizione fiscale del 5% dei proventi occultati, ma la verità è che il recupero erariale sarebbe irrisorio e per controparte il malaffare avrebbe a disposizione un’enorme liquidità per continuare le loro sudice attività, come sempre a scapito delle persone corrette e oneste.


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