Lettera aperta al Governo, ai Governi, allo Stato, agli Stati

par Emilia Urso Anfuso
lunedì 2 aprile 2012

"Chiedo venia, trovo un po' esagerato 
pagare tre volte un litro di benzina,
sentirsi ridire con sorrisi di rame
che sono costretti dal mercato dei cambi
ma andate a cagare voi e le vostre bugie.

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale,
la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva."

Esimi, che ci crediate o no, queste sono le parole di una splendida canzone di un nostro esimio esponente del mondo artistico. Si chiama Max Gazzè. Non siede in Parlamento, ma a ben vedere, ne avrebbe diritto. Per meritocrazia.

E’ con le parole di questa sua canzone, che ha aperto le menti di molti di noi in tempi poco sospetti, che vi esorto ad uscire dal limbo satanico in cui vi siete barricati.

Qui, sul pianeta Terra, abbiamo ben chiaro che la speculazione sui costi al consumo è divenuta la norma, anzi: è stata avallata da norme che hanno legalizzato - appunto - la speculazione su tutto.

Gli effetti a cascata sulla popolazione nazionale o meglio, sul 90% della popolazione nazionale, sono evidenti. Perfino a chi ha avuto la sfortuna di nascere sordo e cieco.

Se pensavate di prenderci per i fondelli ancora per molto, penso di dovervi dare - mi faccio portavoce della popolazione – una cattiva notizia. Che la crisi l’abbiate inventata a tavolino è ormai evidente. Che vi appelliate costantemente al mercato dei cambi per tentare di mettercela in quel posto, anche.

Penso che, giunti a questo punto, vi troviate vostro malgrado di fronte ad un bivio: continuare a percorrere la strada intrapresa a suo tempo – ormai decenni fa – o fermarvi e capire che state perdendo totalmente credibilità da parte dei contribuenti/elettori.

Attualmente, mi e ci tocca rivolgerci ad uno pseudo governo tecnico che rappresenta – o dovrebbe – la nostra nazione. Ma in realtà, mi rivolgo contemporaneamente a tutti i componenti del mondo politico che stanno abusando di politica, lasciandoci orfani della stessa in maniera evidente.

Se l’incarico accettato da ogni singolo componente del Parlamento vi appare troppo oneroso, potreste sempre farci l’enorme cortesia di dirigervi in file composte verso la porta di uscita. E firmare quel "bizzarro" documento che si chiama "lettera di dimissioni".

Piuttosto che di una nazione non governata, preferiamo ritrovarci fra noi al bar, a discutere – finalmente – di Politica. Quella vera. Quella che non fa vergognare nessuno al solo pronunciarne il nome.

Grazie per tenerne conto.


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