Lettera aperta a Vittorio Sgarbi

par Yvan Rettore
giovedì 30 luglio 2020

Egregio signor Sgarbi,
Sono un cittadino qualunque e mi permetto di contattarla in merito al convegno negazionista del Covid-19 svoltosi recentemente in Senato e da lei organizzato.
Ora nessuno intende impedirle di avere le proprie convinzioni a riguardo, com'è giusto che sia.
Siamo in democrazia e quindi le libertà di pensiero e di opinione devono essere garantite.
La questione in realtà è un'altra.
 
Ci sono stati i negazionisti della Shoah, quelli che credono che la Terra sia piatta, pullulano i complottisti e tanti altri fanatici su vari argomenti fino ad arrivare ai negazionisti del Covid-19.
Tutte queste correnti di pensiero presentano comportamenti analoghi fra i loro sostenitori, i quali:
- diffondono posizioni proprie (quindi del tutto soggettive) spacciandole per verità assolute. Non accettano quindi confronti in grado di poter mettere in discussione le loro granitiche convinzioni
- denigrano e giungono spesso ad offendere chi non la pensa come loro perché chi ha torto deve essere messo alla gogna di fronte all'opinione pubblica
- le loro posizioni sono puramente emotive e tese spesso ad esprimere una visibilità basata più sulla provocazione che sui contenuti. Non vi è un fondamento scientifico a supporto delle loro opinioni e nei rari casi in cui vi siano luminari a sostenerli lo fanno a loro volta per acquisire una visibilità a buon mercato in quanto vengono forniti soltanto dati parziali e conclusioni personali e quindi soggettive.
 
Detto questo, signor Sgarbi la pregherei di evitare uscite come quella recente e di ricordarle che una società sana si deve fondare sul senso di comunità e la solidarietà fra gli esseri che la compongono e non sull'individualismo e qualunquismo esasperanti che rischiano di sfociare in derive autoritarie di cui l'umanità non ha proprio bisogno e che hanno lasciato strascichi negativi dovunque si sono imposte.
 
Quindi se lei non crede all'esistenza di questo virus, liberissimo di farlo, ma eviti di spacciarla e di volerla imporre come verità assoluta. Ci sono troppi morti in Italia e nel mondo che non hanno ormai più voce per esprimere l'orrore vissuto ma la cui presenza è ancora viva nei cuori e ricordi di coloro che li hanno amati. Ci sono tantissimi operatori sanitari e statali che ancora oggi stanno dedicando interamente le loro vite per salvarne altre. Parecchi di loro si sono ammalati e sono morti a loro volta. E questa tragedia continua.
 
Se lei non vuole vedere né sentire i protagonisti di questo orrore quotidiano, rimane ovviamente libero di farlo. Ma abbia la decenza allora di rimanere in silenzio.
Non per fare un piacere a me. Ma come segno di rispetto verso tutti coloro che hanno vissuto e vivono ancora sulla loro pelle la tragedia in corso e ancora di più verso coloro che non ci sono più.
 
Lei che gira tanto per l'Italia, quando avrà l'occasione di passare per città come Belluno o Nardò, si fermi un attimo a pensare se domani non ci fossero più. I morti finora in Italia corrispondono al numero di abitanti di quelle località. Un po' di rispetto quelle vittime non lo meritano?! Sempre che si voglia essere umani e vivere in una società veramente civile.
 
Yvan Rettore
Foto: Marco Musumeci/Wikipedia

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