Lettera aperta a Ilaria Salis
par La bottega del Barbieri
mercoledì 29 maggio 2024
Votarla alle prossime europee sarà un atto politico, una presa di posizione a favore dei diritti individuali e collettivi.
di Maria Teresa Messidoro
Ciao Ilaria.
Non ti ho mai conosciuta personalmente.
O forse sì, in una delle tante manifestazioni in Valle di Susa contro uno scempio ambientale come quello del progetto del TAV, il treno ad alta velocità.
Sicuramente ho imparato a conoscere il tuo volto negli ultimi mesi, grazie prima di tutto a tuo padre.
Voglio rubarti un paio di minuti e raccontarti chi sono.
Sono una donna, soy una mujer: negli ultimi anni ho cercato di vivere esperienze di sorellanza con le donne di altri continenti, in particolare le bambine, ragazze e donne latinoamericane. Donne calpestate, oltraggiate, sfregiate, uccise.
Ma anche donne coraggiose che hanno saputo riprendere la parola, alzare la testa, per difendere il proprio territorio corpo e il territorio terra. Anche tu sai cosa vuol dire non abbassare la testa, nemmeno quando ti hanno mostrato come un trofeo, in catene.
Sono una madre, soy una madre: non sono stata una madre biologica, ma ho cercato di esserlo giorno dopo giorno con quei ragazzÉ che sono stati mieÉ allievÉ, compagne e compagni di strada nei rivoli della solidarietà e dell’impegno politico.
Sono le Madri de Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos latinoamericani di ieri e di oggi, le madri dei naufraghi dispersi nel Mar Mediterraneo, a insegnarci che lo stesso ruolo della maternità, utilizzato dalla struttura patriarcale per sottometterci e ingabbiarci, può essere utilizzato come formidabile mezzo di contestazione e riappropriazione del proprio essere.
Non credo che tu abbia vissuto direttamente l’esperienza della maternità, ma quante volte avrai provato sentimenti di dolce affetto nei confronti di quei migranti a cui hai voluto ridare dignità.
Sono cristiana, soy cristiana: sì, lo sono, anche se non mi posso definire praticante. Che parola sviante, Ilaria, praticante.
Perché, secondo me, è cristiano praticante chi pratica la giustizia, la condivisione, la contestazione della disuguaglianza e della sopraffazione.
Per questo rispetto quelle donne e quegli uomini che hanno praticato e praticano le parole del Vangelo nella propria vita. E sono sicura che anche tu, Ilaria, hai saputo riconoscerle e rispettarle, quelle donne (e uomini) che a partire dalle proprie convinzioni hanno combattuto e combattono un mondo che non ci piace e che vorremmo cambiare.
Sono italiana, soy italiana: istintivamente questo concetto mi piace di meno. E già, perché troppe volte questa affermazione di italianità può essere pericolosa se diventa sinonimo di esclusione, di un atteggiamento di superiorità e disprezzo nei confronti della diversità, che invece è ricchezza.
Una parola poca usata ultimamente è internazionalismo: ma tu l’hai fatto quando hai voluto affermare in un altro paese che il fascismo e il nazismo sono mali da estirpare, ovunque si presentino.
Sono una donna, sono una madre, ha detto Gianna De Masi un intervento al termine di un incontro con tuo padre in Valle di Susa.
Sono una donna, sono una madre, ho detto a tua madre, in privato, guardandola negli occhi, cercando di trasmetterle fiducia e sorellanza.
Avrei voluto abbracciarla, ma forse l’ho fatto sorridendole, incoraggiandola, dimostrandole che non è e non sarà mai sola.
Alla fine di quel affollato incontro, altre donne si sono avvicinate a tua madre e le hanno detto parole simili alle mie; non ci eravamo messe d’accordo, certamente no, ma è scattato qualcosa che ci ha portato, una per volta, a dichiarare il proprio affetto a tua madre.
Puoi essere certa, Ilaria, che tua madre, anche solo con la sua presenza, trasforma il suo silenzio in assordanti parole di testimonianza, per te, con te, grazie a te, sempre.
E puoi essere altrettanto certa, Ilaria, che io, come Gianna, come molte altre donne italiane, ti voteremo alle prossime europee: sarà un atto politico, una presa di posizione a favore dei diritti individuali e collettivi.
Sarà una delle poche volte in cui voterò con convinzione, senza esitazioni o ripensamenti: un voto di libertà, prima di tutto per te, Ilaria, e poi per milioni di cittadinÉ che diventeranno marea contro un impero, quello del denaro, del potere, del razzismo, del disprezzo, che cerchiamo di abbattere.
creazione di Zero Calcare
Un abbraccio Ilaria, con la speranza di poterlo fare, un giorno, di persona.
Maria Teresa, detta Terri