Lettera a Beppe Grillo

par Pietro Orsatti
giovedì 18 settembre 2008

Un sabatico per Beppe

Caro Beppe,
abbiamo deciso di scriverti dopo mesi e mesi di sentimenti contrastanti, di risate e arrabbiature abissali, di V-day e ondate mediatiche. Noi non siamo nessuno, non abbiamo i tuoi numeri, i tuoi impatti, la tua autorevolezza conquistata nelle piazze reali e virtuali di questo nostro strano Paese.

Quanto sia strana e contorta questa nostra Italia e quanto sia pigro e impreciso il nostro sistema informativo (altro che “quarto potere”) lo abbiamo sempre saputo. Lo abbiamo appreso sulla nostra pelle, a nostre spese. Siamo un pezzo, piccolo ma agguerrito, di quel mondo di persone, bloggers, attivisti, giornalisti, autori, teatranti, impiegati, operai, disoccupati, militanti (se ci fosse ancora qualcosa per e in cui militare), movimentisti frustrati e cazzeggiatori domenicali. Ognuno di noi ha dato un piccolo pezzo di sé, del proprio tempo, della propria fantasia per cercare di sfondare il muro dell’autocensura preventiva, dell’omertà complice, dell’imprecisione fatta regola che rappresenta l’insieme dei media del Bel Paese.
Per anni ci siamo battuti. Inventandoci media alternativi, campagne improbabili, miscugli di linguaggi. Creando piccole reti, momenti memorabili, tanti fallimenti, piccoli ma significativi risultati. Ancor prima che il Web ci desse strumenti adeguati. Siamo stati attaccati, isolati, alcuni di noi perfino intimiditi e minacciati. Per aver fatto informazione fuori dai media tradizionali. In maniera libera e indipendente.


Alcuni (in realtà molti) di noi hanno aderito alle tue iniziative. Hanno applaudito ai tuoi “vaffa”. Consideriamo quello che hai fatto e continui a fare importante, decisivo, una delle poche novità significative di questo sclerotico sistema.
Però. C’è sempre un però.

Il problema oggi, che i nuovi media, le nuove tecnologie e i nuovi modus di fare informazione vengono finalmente sdoganati anche grazie al tuo contributo, ci troviamo nella situazione paradossale in cui il principale affossatore di ogni iniziativa, di ogni idea nuova, di ogni esperimento è proprio l’apripista d questa nuova ondata di libertà. Tutto viene bloccato dal tuo inconsapevole gigantismo. Perché tutto viene ricondotto a te. Automaticamente ,dai soliti media pigri e piacioni, ma anche furbescamente da alcuni tuoi adepti pronti a cavalcare e strumentalizzare in chiave politica (scusaci, siamo di quelli che credono che l’anti politica sia politica e basta) ogni barlume, ogni lampo che attraversa la rete.
Siamo convinti che non sia una tua responsabilità, Beppe. Siamo vicini alle tue battaglie. Possiamo anche non condividerle tutte, a volte possiamo trovarci a non sostenerne i modi, ma nessuno può negare che quello che hai fatto mettendo la tua faccia in gioco sia stato un grande gesto di libertà.

Ma la libertà è anche responsabilità e partecipazione, è capire quando è troppo. Per questo, per amicizia e vicinanza, ti chiediamo di prenderti una pausa. Di astenerti dall’occupare con la tua sovraesposizione mediatica ogni spazio. Di riposare e riflettere sulle grandi cose che hai fatto finora. Di far capire, con la tua assenza il valore del non essere sempre presente comunque. Sei mesi. Sei mesi senza Beppe Grillo. Un sabatico per poi ritornare, con tutti noi, a combattere le tante battaglie che ci troviamo ad affrontare. Sei mesi senza Beppe Grillo si può.
Un saluto di amicizia


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