Leonardo. A volte ritornano

par Ambrogio Carriere
mercoledì 29 dicembre 2010

L’arrivo di Leonardo sulla panchina nerazzurra ha scatenato nel mondo del pallone diverse e molteplici reazioni, proviamo ad affrontare oggettivamente il nocciolo della questione: tre ragioni pro e tre contro la decisione di Moratti.

L'arrivo di Leo sulla panchina degli eterni rivali di sempre ha scatenato l'ira funesta dei suoi ex supporter. I siti web milanisiti sono insorti urlando a gran voce "Traditore!": si sa al cuore non si comanda, quando si tratta di tifo, e dopo tredici lunghi anni di Milan in cui ha ricoperto quasi o tutte le cariche di spicco una decisione del genere non può certo far piacere a un tifoso rossonero. Voglio qui affrontare nella maniera più oggettiva e distaccata possibile le ragioni per cui la decisione presa da Moratti è valida e per cui invece si tratta di una scelta rischiosa ed azzardata chiosando però che nel calcio, come nella vita suppongo, chi non rischia non rosica

Partiamo quindi dalle tre pricipali ragioni "pro" Leonardo, che probabilmente avranno spinto il Massimo a far ricadere la sua decisione finale sul giovane brasiliano. Per prima cosa il Presidente interisita ha sempre parlato di un duraturo rapporto di stima reciproca nei suoi confronti. In secondo luogo il giovane ha carisma e carattere, qualità confermate anche se solo in parte nella scorsa stagione. Infine, ricordando che il primo motivo citato è molto importante (vedi l'intenso rapporto fra Mou e il Pres. che invece non si è mai acceso con Rafa), Leo ha tutte le carte in regola per fare il grande salto di qualità nella Beneamata e può essere un interessantissimo canale per l'arrivo di Ricky Kaka o qualche altro brasiliano di valore chissà. In pratica è giovane, preparato, carismatico e sa parlare cinque lingue, non vi ricorda qualcuno?

Passiamo dunque ai tre principali motivi "contro" la decisione di Leo nuovo allenatore dell'Inter. In prima istanza non ha certamente l'esprienza adatta per allenare i campioni del mondo e i risultati ottenuti l'anno scorso con un Milan, seppur modesto, non possono essere presi troppo in considerazione, mica ha vinto lo scudetto. Il secondo motivo riguarda ancora la gestione del Milan l'anno passato: come non ricordare gl'incessanti malumori di Gattuso e Flaimini, in uno spogliatoio che non appariva certo così unito. Infine l'ultimo motivo che poi è semplicemente una domanda (retorica): con un'Inter dimezzata dagli infortuni, come in questa prima parte di stagione, Leo cosa poteva fare in più rispetto a Rafa, tecnico di vittorie ed esperienza, che ha comunque trionfato in due delle tre coppe a disposizione (supercoppa italiana e modiale per club)?


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