Lei Brunetta, mi scusi, non può essermi simpatico!

par LIBERALVOX SocialNetwork
mercoledì 24 giugno 2009

Gentile ministro Brunetta,

non ho alcuna simpatia per il governo del quale Lei fa parte, ma questo non mi proibisce di scriverLe per cercare un chiarimento circa le iniziative che La stanno rendendo tanto popolare. Da sempre gli italiani hanno visto i dipendenti pubblici come una categoria di scansafatiche protetta e tutelata da contratti inattaccabili, dirigenze conniventi e sindacati potenti. In quest’ottica, un ministro che promette tempi bui per le mele marce che godono di uno stipendio erogato dallo Stato ottiene il plauso di tutti, anche se le sue iniziative non sono proprio chiarissime. Almeno per me, che ho bisogno di un pò di tempo per capire. Abbia pazienza, sono uno statale anch’io.

Dal giorno del suo insediamento Lei ha promesso, tra le altre cose:
1. licenziamento in tronco per i dipendenti “fannulloni” o assenteisti;
2. verifiche fiscali a tappeto per i lavoratori malati;
3. decurtazioni di stipendio per i primi dieci giorni di malattia;

4. limitazione ad una sola "ora d’aria" quotidiana nei giorni in cui si è in malattia, oltretutto tra le 13 e le 14, quando cioè la maggior parte dei negozi sono chiusi e quindi chi vive da solo non ha neanche la possibilità di comprarsi qualcosa da mangiare.

La maggior parte di queste misure sono in realtà già previste da leggi preesistenti, ma evidentemente non sono abbastanza applicate. Comunque sia mi resta difficile comprendere tutto questo Suo accanimento contro i dipendenti pubblici! Infatti finora le Sue iniziative sono state di tipo unidirezionale: punire, reprimere, controllare. Sacrosanto, non lo nego, per ottenere una disciplina ferrea. Sono il primo a pretendere da me stesso e dai miei colleghi il massimo impegno sul lavoro. Ma perchè Lei non usa lo stesso metro per tutti? Perchè non riserva le stesse attenzioni e premure anche a quella classe politica e dirigente che Lei così degnamente rappresenta? Non so se i dipendenti pubblici italiani siano i più fannulloni d’Europa, sicuramente sono tra i peggio pagati. Un grande attore rispose grosso modo così ad un produttore che lamentava un suo scarso impegno sul set cinematografico: “Se mi paghi con gli avanzi è ovvio che io reciti come un cane!” Gli infermieri, gli insegnanti, gli impiegati, i poliziotti italiani guadagnano almeno il 50% in meno dei loro colleghi francesi, olandesi, inglesi. Da noi i contratti di lavoro sembrano... montagne che partoriscono topolini e come se non bastasse questi "ignobili privilegiati" degli statali nostrani devono, a Suo dire, lavorare di più e guadagnare ancor meno. Con queste prospettive non so che efficacia abbiano le Sue promesse di gratificare i dipendenti più efficienti con fondi extra che non si sa secondo quali principi dovranno essere erogati.

(Non si dovrebbe fare, non è elegante, ma mi permetto di fare un esempio personale. Sono un infermiere. Perdoni l’immodestia ma mi considero anche un ottimo infermiere. Per svolgere la mia professione ho dovuto conseguire una laurea in scienze infermieristiche e successivamente ho dovuto superare un pubblico concorso. Ho avuto esperienze lavorative in giro per l’Italia ed oggi mi onoro di essere un anello della luccicante catena della sanità lombarda. Svolgo la mia professione, di estrema responsabilità e delicatezza, in un reparto psichiatrico. Dall’immancabile empatia verso i casi più delicati fino allo stress nel trattare pazienti che possono essere anche aggressivi e pericolosi, ad ogni fine turno a casa non si porta solo una stanchezza fisica ma anche una vera e propria spossatezza psicologica. E pensi che non ci è corrisposta neanche un’indennità di rischio. Grazie alla mia laurea, alla mia esperienza ed alle responsabilità che ho, ogni mese percepisco uno stipendio che raramente supera i 1500 euro. Sono un privilegiato ad avere uno stipendio fisso ma spesso penso, da livoroso quale sono, che ci sono persone che hanno lavori che comportano molte meno responsabilità e che sono molto più redditizi. Non mi sorprende che ogni anno sempre meno giovani decidano di accedere ai corsi universitari per diventare infermiere. In questi giorni, oltre ad eseguire il mio lavoro di base, svolgo anche le funzioni di caposala, visto che la caposala titolare è in ferie. Per il surplus di lavoro non percepirò alcun bonus nello stipendio. Non solo. Per coprire i turni lasciati scoperti dai colleghi in ferie ci carichiamo di un numero scandaloso di ore extra, che non ci saranno mai pagate come straordinario ma che andranno in un calderone annuale nel quale, immancabilmente, si disperderanno diluendosi nei mesi successivi, come accade ogni anno. Il pagamento dello straordinario è previsto solo se si è chiamati a coprire eventuali malattie di colleghi, straordinario che non è mai pagato al 100%, al massimo è pagato al 30% ed il residuo va nel calderone di cui sopra. Non solo. Dal momento che le nostre sole risorse spesso non bastano a coprire carenze croniche di personale, spesso siamo affiancati da colleghi che fanno parte di cooperative indipendenti. L’infermiere di cooperativa, pur avendo gli stessi titoli e la stessa preparazione di base, e pur guadagnando da libero professionista qual’è molto più di noi dipendenti statali, spesso ha un’utilità limitata durante un turno perché lavora ogni volta in un reparto diverso e, tranne rare eccezioni, non gli è possibile acquisire una reale esperienza sul campo da nessuna parte. Questo vuol dire che le responsabilità dell’infermiere di reparto si moltiplicano per due, dovendo ogni volta coprire anche l’inefficacia di un affiancamento incongruo, anche se molto ben prezzolato).

Caro Ministro
, se può, ogni tanto si metta nei panni di quest’infermiere della ricca sanità lombarda che svolge la sua professione con abnegazione, che spesso è costretto a lavorare per due ed in certi giorni anche per tre, che si vede portar via continuamente i suoi giorni di riposo da turni extra che non sono neanche pagati in straordinario e che annientano la vita privata e sociale, che guadagna molto meno dei suoi colleghi europei, che sente di continue riduzioni e tagli di stipendio e che, come se non bastasse, legge tutti i giorni sulla stampa che bisogna continuare con "i giri di vite" sui dipendenti pubblici. Comprenda tutti i motivi per i quali Lei, mi scusi, non può essermi simpatico.
Un infermiere

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