Lega, l’anello debole di governo

par paolo
venerdì 7 settembre 2018

E' sotto gli occhi di tutti il tentativo da parte del PD e di Forza Italia, per quanto fortemente ridimensionati dai sondaggi, di mettere quotidianamente zeppe di traverso tra il M5S e la Lega nel tentativo di rompere questa strana coppia di governo che si è costituita su precisi e limitati obiettivi, ma che in prospettiva potrebbe portare ad una vera e propria coalizione elettorale.

Ad assecondare questa manovra divisoria, il vecchio establisment politico - economico- finanziario può contare su un imponente apparato mediatico che comprende quasi tutta l'informazione stampata e i media televisivi nazionali.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, ospite su La 7 dal duo Parenzo Telese, ha chiarito a proposito delle indebite pressioni "esterne ed interne" ricevute in merito alla vicenda con la società Autostrade. Tolinelli ha chiaramente indicato da dove erano partite le pressioni esterne, si tratta di un documento agli atti di Aiscat (Associazione delle Società Cocessionarie Autostradali), nel quale si diffidava esplicitamente il governo a procedere sulla via della revoca o caducazione delle concessioni, essendoci il rischio di incorrere nel reato di aggiotaggio, con tutte le conseguenze del caso.

Una ipotesi largamente paventata fin da subito dopo il crollo del ponte Morandi da determinati organi di stampa, che però risulterebbero, sempre secondo quanto riferito da Tolinelli, in palese conflito di interessi, avendo nel loro CDA membri del CDA di Atlantia, alias Autostrade, alias Benetton. E' il caso di Repubblica per il quale è stato indicato anche un nome, ma altri organi della carta stampata sarebbero in condizioni analoghe. Che ci fosse qualcosa di strano nell'attacco mediatico portato fin da subito ed in maniera veemente soprattutto nei confronti del M5S, non appena annunciata l'intenzione della revoca alla concessionaria Autostrade, è lampante. Cosi' come altrattanto chiaro è stato quello di far passare la pubblicazione dei contratti di concessione da parte di Autostrade, effettuata sul tempo dalla società per sviare pesanti dubbi e sospetti di favoritismi da parte dei governi precedenti ai Benetton, come una operazione di trasparenza che precludeva le teorie espresse da Di Maio e Tolinelli. In realtà poi si è scoperto che proprio la documentazione maggiormente compromettente, ovvero alcuni allegati, era stata opportunamente omessa, risultando ancora secretata. E' stato quindi proprio lo stesso ministro Tolinelli ad ordinare la pubblicazione integrale degli atti sul sito del ministero delle infrastrutture e dei trasporti. E quello che sta emergendo è roba da far gelare il sangue nelle vene.

E questa sarebbe la parte relativa alle "pressioni esterne", ricevute nel tentativo di bloccare l'azione intrapresa dal premier Conte, azione cauta ma decisa, in direzione della revoca delle concessioni. Rimane in sospeso l'interpretazione su chi fosse il soggetto a cui si riferiva Tolinelli con "pressioni interne" . Se il riferimento era indirizzato ad apparati burocratico amministrativi, necessariamente riconducibili a nomine di boiardi di stato effettuate dai governi precedenti, prima o poi sapremo chi o quali sono.

La mia ipotesi però è un'altra. Ho il sopetto che nella Lega, anche ai massimi livelli, ci siano resistenze nel tentativo di contenere la determinazione del M5S. E la ragione è comprensibile, la Lega è un soggetto ricattabile. Lo è perché è coinvolta, anche se sotto la gestione Bossi- Belsito- Maroni, nella approvazione delle concessioni ai Benetton. Quindi c'è una indubbia responsabilità politica pregressa. Lo è anche perché c'è una inchiesta della magistratura sulla sparizione di una quarantina di milioni di euro attribuibile alla gestione Bossi - Belsito, che tuttavia vedrebbe in qualche modo coinvolto, suo malgrado, anche Matteo Salvini, se non altro per avere usufruito di qualche centinaio di migliaia di euro che erano rimaste in cassa per le ordinarie attività di partito. Se ciò venisse comprovato la Lega sarebbe praticamente sul lastrico, essendo tutti i beni, compresa la storica sede di via Bellerio, ed anche le entrate provenienti da donazioni, posti sotto interamente sotto sequestro. Tutte le risorse finanziarie della Lega, comprese le contribuzioni spontanee degli aderenti, confluirebbero nel FUG (fondo unico giustizia ) in attesa delle condanne definive a carico di Umberto Bossi e Belsito.

Una Lega finanziariamente ridotta alla canna del gas, non può operare un distacco totale da un magnate multi miliardario come Silvio Berlusconi, che possiede metà dell'informazione nazionale. Un moribondo, politicamente parlando, che improvvisamente e guarda la combinazione, si riattizza come quei carboni accesi che covano sotto la cenere. Il vecchio marpione ha persino pensato all'acquisto di una squadra di calcio militante in serie C, ovvero il Monza, affidandolo al sempiterno compare di avventure sportive Galliani, per ripartire alla grande con nuove promesse e avventure. Come dire, la storia che si ripete, rien ne va plus.

La domanda è: c'è qualcuno all'interno della Lega che sta azionando i freni? Si tratta, escludendo Salvini, di Giorgetti o magari di qualche importante referente locale, tipo il governatore Zaia tanto per citarne uno, proprio perché come veneto ha un occhio di riguardo verso i Benetton. Oppure chi altro, non escludendo nessuno a partire dal Presidente della repubblica Mattarella in giù?

E se non mi sbaglio il commissario speciale nominato per la gestione dell'emergenza a Genova è un certo Giovanni Toti, che è governatore della Liguria soprattutto grazie ai voti leghisti, ma che è in quota Forza Italia e che sembra tutt'altro che in sintonia con le iniziative del governo, proprio nello specifico sulla gestione del post crollo del ponte Morandi. Un Toti che spinge per riaffidare la demolizione e la ricostruzione proprio alla società Autostrade in aperta rottura con il M5S che intende affidare i lavori ad una società diversa come Fincantieri, a partecipazione pubblica.

Domande che dovranno avere delle risposte, altrimenti si realizzerà la profezia del sultanino di Rignano sull'Arno, che attualmente sta girando un suo personale spot elettorale in vista delle elezioni europee di primavera, spacciandolo per un documentario su Firenze, che ha dato sei mesi di vita a questa maggioranza .


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