Lega Nord, ‘ndrangheta… e "l’insaputismo" di Bossi

par Salvatore Costanzo
giovedì 5 aprile 2012

Un terremoto giudiziario colpisce la Lega Nord con tre inchieste portate avanti dalla procura di Milano, Napoli e Reggio Calabria. I reati contestati sono molteplici e vanno dalla appropriazione indebita alla truffa ai danni dello Stato passando dall’evasione fiscale e associazione per delinquere di stampo mafioso. Il tutto all’insaputa di Bossi.

Nulla di strano, per carità. Se è possibile che qualcuno abbia comprato casa con vista sul Colosseo a Scajola (a sua insaputa s’intende), e se qualcun altro paghi le vacanze a Malinconico (sempre a sua insaputa), allora sarà pure possibile che Belsito, il tesoriere della Lega Nord, abbia pagato i lavori per la ristrutturazione della casa di Bossi e i viaggi all’estero del Trota, all’insaputa del Senatur.

Negare sempre, anche l’evidenza. E' il motto dei politici di malaffare al giorno d’oggi. Già, nemmeno il buonsenso di farsi lanciare qualche monetina, e poi scappare ad Hammamet. Almeno, quei politici lì, si vergognavano.

Sono tre le inchieste portate avanti da tre procure diverse: Milano, Napoli e Reggio Calabria. Delle tre, la più inquietante risulta quella calabrese che dimostrerebbe i legami tra il Carroccio e la ‘ndrangheta, così come aveva preannunciato Roberto Saviano durante una puntata di “Vieni via con me” nel 2010.

Poi si parla di truffa ai danni dello Stato, appropriazione indebita, finanziamento illecito ai partiti. Un giro di denaro di milioni di euro che venivano anche dai rimborsi elettorali, ma soprattutto dal’evasione fiscale e da un giro di tangenti per l’assegnazione di appalti.

Curiosa a tal proposito è la vicenda Fincantieri, azienda della quale Belsito è stato vice-presidente fino al 2010 ed attualmente nel Cda. Nella trasmissione “Report” del 1° aprile si mette in evidenza come molte delle ditte sub-appaltatrici appartengano in realtà a dirigenti o ex dipendenti di Fincantieri. Un dipendente dell’azienda di Stato afferma l’esistenza di un sistema consolidato che ruba le commesse a Fincantieri. A monte del sistema ci sarebbero gli stessi dirigenti della Fincantieri.

A Palermo ad esempio, l’appalto per i lavori di ristrutturazione del bacino di carenaggio galleggiante da 19mila tonnellate presenti nello stabilimento palermitano di Fincantieri, se lo è aggiudicato la ditta Cimolai di Pordenone che ha presentato un’offerta con un ribasso del 27% contro quella della stessa Fincantieri che arrivava appena al 2%. La disparità tra le offerte, fa capire che in pratica Fincantieri non ha partecipato a quell’asta. I rapporti tra la famiglia Cimolai e alcuni vertici della Lega Nord e PdL sono sempre stati ottimi del resto, senza che ciò escluda il fatto che sicuramente la gara d’appalto in questione si sia svolta nella massima regolarità. Non sia mai che un domani, potremmo sentirci dire: "Qualcuno ha truccato la gara d’appalto a nostra insaputa".

La nota positiva è, almeno, che sarà possibile sfatare il mito delle aziende del Nord che non vengono al Sud a causa della ‘ndrangheta o in generale della "malavita organizzata". Io preferisco chiamarla così, altri invece le danno dei nomi in base alla zona di compentenza.

In Sicilia ad esempio c’è Cosa Nostra, in Calabria la ‘ndrangheta, in Puglia la Sacra Corona Unita, in Campania la Camorra. Ed in Lombardia?


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