Le urne vuote

par Camillo Pignata
mercoledì 29 maggio 2013

Ha vinto il partito dell'astensione. L'affluenza alle urne è stata del 62,4%, con una flessione del 14,8%. Non è stato un evento inatteso, i segnali erano chiari, le piazze vuote anche con i big della politica. Certi fenomeni non nascono per caso, hanno un loro background, che li prepara e li giustifica.

In questi ultimi tempi la politica ha perso potere, perché partiti hanno smesso di fare politica per la gente, fanno politica di palazzo. Gli elettori del Pd e del Pdl avevano votato i loro partiti, perché fossero alternativi, ora per un congiura di palazzo, se li ritrovano a governare insieme. E per questo è mancata la lotta politica, le campagne elettorali si sono svolte senza passione e senza seguito. Il governo delle larghe intese ha spento i toni e ha abbassato i volumi della contrapposizione politica. Berlusconi ed Epifani hanno indossato i panni da statista, che si preoccupano degli interessi del Paese più che del loro partito, e smesso quelli da lottatore.

Il tradimento elettorale del Pd e del Pdl, hanno dato al cittadino, la sensazione che il suo voto non avesse significato, non spostasse niente, non incidesse sulle scelte politiche. E quando il cittadino avverte di non contare si allontana dalla urne.

Per altro verso, sempre più spazio hanno conquistato il potere burocratico Ue, e quello finanziario, che hanno dettato programmi di governo, suggerito i partiti e leader per le elezioni. I condizionamenti politici subiti dalla Grecia e dall'Italia sono evidenti e ancora bruciano. La politica non conta e, se la politica non conta, manca al cittadino il soggetto a cui rivolgersi per la soluzione dei problemi. E allora l'astensione diventa l’unica strada praticabile.

E tutto ciò ha prodotto una delusione di massa, che, a differenza di ieri, non si è incanalata in un movimento di protesta, ma si è rifugiata nell'astensione.

Questa deriva è un campanello di allarme, un pericolo di rivolte sociali in cui può sfociare una protesta senza controllo, senza organizzazione, senza proposta. E ad aggravare le cose, vi è l'indebolimento delle istituzioni. Quando la scelta elettorale avviene su una platea di elettori ridotta pone il problema della legittimazione politica dei sindaci e dei consiglieri comunali. E questo non risolto toglie forza ai vincitori e agli sconfitti.


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