Le ragioni profonde delle dimissioni di Cuperlo

par Giacomo Bassani
mercoledì 22 gennaio 2014

Non poteva essere privo di conseguenze concrete lo scontro che si è verificato lunedì alla direzione del Pd tra il segretario Renzi e il presidente Cuperlo. E infatti il presidente (ormai ex) ha deciso di dimettersi.

Le dimissioni di Cuperlo sono una cristallina e tangibile espressione del malessere interno al Pd, causato da una gestione sempre più di stampo padronale. Una gestione che pare basarsi sempre di più sulla negazione, da parte dei vertici, delle libertà di opinione e di espressione, che hanno sempre contraddistinto le riunioni del Partito Democratico.

Una gestione del partito in cui non sono ammesse, anzi sono prontamente contrastate, le critiche, nemmeno (anzi, sarebbe meglio dire soprattutto) quelle costruttive e finalizzate alla ricerca di una più estesa armonia all’interno del partito.

Una gestione portata avanti, certo, dal segretario Renzi, ma - bisogna dirlo - appoggiata da tutti quelli che dichiarano continuamente di approvare i suoi metodi, senza nemmeno cercare il confronto e aprirsi alle opinioni altrui, il tutto all’insegna del cambiamento sbandierato da Renzi, certamente da tutti sperato, ma riguardo al quale sussistono ancora forti dubbi di possibile realizzazione, almeno per il momento. E tra questi “sostenitori” non mancano certo coloro che approvano e dicono sempre di sì con la speranza di ottenere un qualche posto nel nuovo Pd, confidando in un grande successo alle prossime elezioni politiche

Renzi risponde alla lettera di Cuperlo dicendo che le critiche devono essere accettate. Sì, è proprio il segretario a dirlo. Proprio lui che nel corso della direzione di lunedì si è scagliato con attacchi personali contro il suo presidente, il quale in modo pacato e per nulla scontroso o presuntuoso aveva precedentemente criticato la bozza delle legge elettorale e il modo di portare avanti il Pd, ribadendo la necessità di un confronto più profondo e democratico all’interno del partito.

Alcuni renziani hanno poi affermato che Cuperlo avesse mosso queste critiche per livore, per invidia, per rancore. Sembra una barzelletta, sembra una vignetta di Ellekappa, pensando al fatto che Cuperlo ha sempre fatto dell’impegno più sincero e della passione più profonda i pilastri del suo modo di pensare e fare politica.

Proseguendo su questa strada (melmosa, per nulla ben asfaltata e piena di buche), una cosa appare sempre più certa e sempre meno utopica. E cioè che Renzi, di questo passo, rischia seriamente di dover dire addio, alle prossime elezioni, ad una parte non irrilevante di voti di molti elettori di centrosinistra, e cioè quelli che non vedono di buon occhio questo modo di agire. Perché un leader dirige, non comanda

 

@giacomoscardua


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