Le promesse che il M5s vuole mantenere per fare opposizione di qualità

par Luca Roberto
venerdì 19 luglio 2013

Nonostante gli errori di assestamento i Grillini in Parlamento portano avanti il loro programma politico senza piegarsi.

Che il Movimento 5 Stelle abbia svariati punti di debolezza, non serve interrogare l'oracolo di Delphi per esserne a conoscenza. Ma c'è un alone di insufficienza che in questi mesi ha annebbiato la presenza dei grillini in Parlamento.

Gli adepti di Grillo, pur tra mille retoriche e difficoltà di esperienza, oltre che di rapido adattamento, hanno cercato, dal canto loro, di preservare quella genuinità che li contraddistingue rispetto ai ben più esperti colleghi che ne hanno preceduto l'entrata in transatlantico e,più in generale, in Parlamento. E per alcuni di loro, questo rappresenta un assoluto valore di riferimento, oltre che un carattere distintivo.

Le primarie internaute, che hanno portato cittadini fin troppo comuni a scalare graduatorie per l'entrata in politica, dovevano per forza di cose consegnare una buona fetta di "impreparati" al battesimo con la diciassettesima legislatura. Molti di essi hanno varcato le porte di Malazzo Madama e Montecitorio non essendo consapevoli di quello che sarebbe successo di li a pochi mesi in quei palazzi. Molti si aspettavano formalismi meno clichèttati e più snelli nella sostanza. Altrettanti però si sono distinti per il loro ruolo altamente istituzionale e, con garbo, non hanno abbassato la testa, si sono fatti sentire su punti delicati e hanno punzecchiato maggioranza e governo nelle intenzioni che si erano posti in campagna elettorale.

A questo punto, per meglio comprendere le sorti e questi mesi del Movimento Cinque Stelle andrebbero separati i destini e i comportamenti due suoi più grandi, ma sempre fluttuanti, organi di rappresentanza : Grillo ad un estremo, i Parlamentari, con i capogruppo di Camera e Senato, ad un altro. Il comico nel post elezioni ha deciso di togliersi svariati sassolini dalle scarpe, imbavagliando, per lungo periodo, quello che concretamente cercava di fare l'altra fazione del movimento, che si era data un obiettivo vero: aprire le aule del parlamento come una scatoletta di tonno, per far uscire tutto il marcio, il vecchiume e la muffa che trasudava dalle pareti di un organo che negli ultimi tempi ha finito con il delegittimarsi.

Grillo ha commesso errori incommisurabili proprio nel campo in cui si era dimostrato più lesto: quello comunicativo. Vuoi per esigenza di compattare il gruppo da influenze e tentazioni esterne, vuoi per non disperdere la forza istrionica che da sempre ne ha legittimato le velleità, il leader caro è inciampato in figuracce che di sicuro non hanno fatto bene al Movimento: sdoganare Rodotà, lo stesso che i grillini avevano solo un mese prima sostenuto alla presidenza del Consiglio, come un ottuagenario miracolato dalla rete è stato un modo per ricoprirsi della stessa incoerenza che veleggia nei partiti tanto osteggiati da Grillo. Così, come per il caso Gabanelli, difesa a spada tratta dai grillini in fase "Quirinarie", a cui però è stata successivamente riservata una dialettica più aggressiva per un sua inchiesta sui guadagni del blog di Beppe Grillo.

Ma in mezzo all'aria fritta "restituzione diaria" e al clamore delle sorprendenti esclusioni ed auto-esclusioni di alcuni parlamentari del Movimento, molte delle quali guidate da una rivendicazione di mancata autonomia decisionale rispetto ai piani alti, i pentastellati non sono rimasti sicuramente con le mani in mano.

Hanno dimostrato molta più coerenza del loro leader, e in questi mesi si sono gettati a piè pari su più fronti. Primo dei quali, quello sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, disegno di legge presentato dal Governo grazie anche alla loro pressione. Proprio su questo argomento i grillini si sono mostrati inflessibili. Vogliono la morte assistita dei soldi ai partiti senza se e senza ma, avendo loro stessi dato il buon esempio restituendo allo Stato più di un milione di euro dai propri stipendi, oltre ad aver rinunciato ai 42 milioni di euro che spettavano loro come rimborso per le scorse elezioni politiche.

Ma le loro barricate non si limitano a questo. Le mozioni contro l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 e il tentato blocco dei cantieri della Tav in Val di Susa, l'interrogazione parlamentare chiesta sul caso Marò, la mozione di sfiducia nei confronti di Alfano e dei dirigenti del Viminale sul caso Shalabayeva

Il M5s, alle volte sostenuto anche da Sel e Lega, ha cercato di fare ciò che spetterebbe ad una buona opposizione in una democrazia. È importante sottolinearlo, perché in Italia negli ultimi anni ciò non sempre è accaduto. I Grillini hanno già pagato, in termini di consensi tra le politiche e le amministrative, la coerenza dimostrata in occasione del rifiuto di formare un governicchio con un Pd in fase di implosione.

Chissà quando e se pagheranno la nuova, e coerente con il proprio programma, scelta di opporsi e criticare le decisoni di un governo che, in condizioni di crisi, era stato mandato in campo con l'unico scopo di mettere su carta una nuova legge elettorale e ri-mettere in circolo l'economia, e che invece si sta limitando a ri-inviare tutto, persino una donna in Kazakistan.

 

Foto: Paolomariani69/Flickr


Leggi l'articolo completo e i commenti