Le leggi fondamentali della stupidità umana

par Samanta Di Persio
lunedì 12 agosto 2013

Le leggi fondamentali della stupidità” sono state scritte da Carlo M. Cipolla e pubblicate per la prima volta nel 1976. L’autore svolge una ricerca per conoscere e possibilmente neutralizzare una delle più potenti e oscure forze che impediscono la crescita del benessere e della felicità umanala stupidità. Sicuramente leggendo i cinque assunti si possono riscontrare caratteristiche che connotano molte persone che ci circondano: dai vertici della classe dirigente, fino al nostro vicino di casa.

La prima legge della stupidità umana asserisce: “Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione” del resto un altro detto recita: “Per riconoscere uno stupido, non ci vuole un altro stupido”.

Cipolla spiega che molto spesso siamo portati a pensare in base a frasi ed atteggiamenti che una persona sia intelligente, ma ad un certo punto, quasi inspiegabilmente, si rilevano inequivocabilmente e irrimediabilmente stupide. Ogni giorno siamo ostacolati nella nostra attività lavorativa, politica, amicale da individui pervicacemente stupidi.

Oggi con il prevaricare di sociale network, dove uno vale uno nelle proprie dichiarazioni, si mettono in discussione anni di storia, di ricerche e si può arrivare a dire che l’amicizia perfetta fra uomo e donne consiste nel condividere uno spogliatoio (con chiare allusioni sessuali), un’altra assurdità che ho letto è stata affermata da un insegnate: “Scrivere non partecipare o partecipare il significato è identico” e non c’è illuminato che possa cambiare tali convincimenti, anzi questi deve desistere e alzare le mani.

La seconda legge dice: “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona”, insomma, dobbiamo rassegnarci al fatto che ci sia un numero infinito di persone stupide, senza poter capire qual è il fattore scatenante. Nei giorni nostri, sicuramente i mass media hanno dato il colpo di grazia ed hanno accentuato e, in un certo modo, legittimato ad avere alcuni atteggiamenti. Cipolla fa questo esempio, estremamente attuale: “Sia che si frequentino circoli eleganti o che ci si rifugi tra i tagliatori di teste della Polinesia, che ci si chiuda in un monastero o che si decida di trascorrere il resto della propria vita in compagnia di donne belle e lussuriose, il fatto permane che si dovrà sempre la stessa percentuale di gente stupida”.

Successivamente classifica gli esseri umani in quattro categorie: gli sprovveduti, gli intelligenti, i banditi, e gli stupidi.

La terza legge chiarisce esplicitamente: “Una persona stupida è una persona che causa danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita” Penso che in questo momento nella vostra mente scorrano un infinito numero di esempi… sbizzarritevi.

Cipolla dedica un capitolo a quanto la stupidità possa influenzare la società: esiste un potenziale della stupidità che deriva dalla posizione di potere e di autorità che la persona stupida occupa. Classe dirigente stupida danneggia il prossimo.

Gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido. Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercè perché non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, porterà avanti il suo attacco.

La quarta legge sostiene: “Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore”.

Quindi l’ultima legge ci mette in guardia: “La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista”. Quando le persone stupide si mettono all’opera causano perdite al altre persone senza realizzare dei vantaggi per se stessi. Ne consegue che la società intera si impoverisce.


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