Le infelici: donna diciottenne si fa esplodere a Suruc in Turchia ed è strage

par Doriana Goracci
lunedì 20 luglio 2015

In una caldissima mattina di luglio, nel centro culturale della città turca di Suruc, al confine con la Siria, ci sono stati 28 morti e più di 100 feriti per via di una donna di appena 18 anni che si è fatta esplodere: sarebbe vicina all'Isis. 
 
 
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L'esplosione è avvenuta nel giardino di un centro culturale curdo locale, dove erano in riunione i membri della Federazione delle associazioni della gioventù socialista (Sgdf) che si erano riuniti nel centro culturale prima di recarsi a Kobane, appena oltre il confine turco, per una missione di ricostruzione della città curdo-siriana martoriata dal conflitto con l'Isis dei mesi scorsi.

Per chi non ci capisce niente di questa politica di morte e guerra fratricida, accenno solo che Kobane è nel nord della Siria, nell'attuale Kurdistan siriano, dove ai primi di ottobre del 2014- stretta d'assedio dalle forze dell'ISIS penetrate nei sobborghi della città- la resistenza curda fatta da giovani donne e uomini in difesa della città sia di giorno che di notte, ha fatto in modo che le milizie dell Isis, si trovassero a combattere casa per casa dai resistenti curdi, riuscendo a farle arretrare: portatori di morte e terrore, in nome non so di quale dio inventato dalla loro rabbia.

Tra le fila di questi sciagurati, anche la diciottenne che ha fatto strage oggi. Esultino i signori dell'ISIS, esultino i delinquenti internazionali che continuano a foraggiare il mercato delle armi, in cambio della vita umana. Si appellino pure alla forza della guerra sacra, dove di sacro c'è solo la vita tolta alle vittime di oggi e di sempre.

Non allego foto tremende di questi poveri giovani corpi ammassati se non una in cui sono coperti da giornali, in quel giardino incantato dalle forze del Male che hanno mosso la mano di questa giovane donna infelice.

Ne troverete un' altra poche ore prima della strage dove i giovani della Federazione socialista era riuniti in nome della speranza e della libertà.

A Suruc c'è un grande campo profughi, poco meno di 300.000 persone, dove i bambini giocano con i proiettili e attendono la fine, quella che noi tutti ci auguriamo, della morte e della guerra.

Doriana Goracci

 

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