Le guerre a progetto

par Pietro Orsatti
martedì 2 settembre 2008

La più grande è la meno conosciuta. L’azienda di contractor Mpri opera in tutto il mondo. Quando c’è da fare il lavoro sporco affianca e, spesso, sostituisce il governo Usa. Una storia di spie, mercenari e mercanti di armi nazisti. Ecco cosa succede

Fosse comuni
nel sud della Colombia 

Quattro annunci di lavoro su internet, poche righe: si offre incarico a tre fra tecnici e scienziati esperti di antropologia forense e a un tecnico per l’identificazione del Dna. Sede di lavoro: Colombia. Oggetto: riconoscimento di cadaveri in fosse comuni. Richiedente: Mpri (Military Professional Resources Incorporated). Compenso: da concordare.
Questa ricostruzione inizia da La Hormiga, regione di Putumayo nel sud della Colombia, ai confini con l’Ecuador: nella foresta è stata rinvenuta una fossa comune con circa duecento corpi. Probabilmente si tratta delle vittime di una delle innumerevoli stragi attuate dal gruppo paramilitare filogovernativo Forze di difesa paramilitari in Colombia (Auc). Da più di un decennio decine di migliaia di contadini colombiani in fuga in Ecuador raccontavano delle imprese di questo gruppo. Si parla di circa diecimila persone, soprattutto contadini delle aree più remote, scomparse e probabilmente uccise dalle Auc.
La domanda è: cosa c’entra la Mpri, la più grande e potente - e meno conosciuta - azienda di consulenze militari (parlando di loro il termine contractor è restrittivo) del mondo con una fossa comune nel sud della Colombia? Per capirlo è necessario tornare indietro nel tempo. Di almeno 15 anni.

Prima guerra del Golfo. La polvere del crollo del muro di Berlino all’epoca non è ancora caduta del tutto al suolo. La potenza militare sovietica si disgrega nel giro di pochi mesi, l’esercito americano dimostra in Kuwait la sua potenza sul campo e occupa di fatto gran parte dell’area del Golfo Persico. L’esercito Usa, costruito e organizzato all’interno della strategia della logica dei due blocchi deve essere totalmente riorganizzato per il nuovo tipo di sfide che la politica del “nuovo ordine mondiale” impone. Ed è a questo punto che un gruppo di ufficiali esperti, pensionati per esuberi, costituscono la Mpri e il governo statunitense (e varie agenzie governative legate al Pentagono e ai servizi) delegano a questo nuovo “stato maggiore” privato varie commesse “sensibili”.
Il consiglio di amministrazione della Mpri è impressionante: come presidente, il generale Carl E. Vuomo, già capo di Stato maggiore che diresse la guerra del Golfo e l’invasione di Panama; come capo della divisione internazionale, il generale Crosbie E. Saint, ex comandante delle forze Usa in Europa; come portavoce il generale Harry E. Soyster, già direttore della Defence Intelligence Agency (Dia), e come supervisore in Macedonia il generale Ron Griffith, già vicecapo di Stato maggiore.
Dalla sua sede di Alexandra a Washington la Mpri dirige oggi 900 dipendenti, ma contemporaneamente dispone di 10.000 ex militari come collaboratori a contratto, compresi ufficiali e sottoufficiali delle forze d’élite. I due personaggi chiave sono Vuomo e Soyster: il primo garantisce una copertura semi ufficiale attraverso relazioni consolidate in 25 anni di carriera all’interno dei vertici del Pentagono, il secondo conosce la palude dei servizi, ha relazioni in tutto il mondo, e dispone anche di relazioni utili, anche se a volte scomode in termini di immagine, come quelle con il mercante di armi tedesco, Ernst Werner Glatt.

L’operazione Tempesta di Tuono(Croazia 1995)














Il signor Glatt è un personaggio molto particolare, sembra quasi uscito dalla penna di uno sceneggiatore dei film di James Bond. Negli anni Ottanta, Glatt era il mercante d’armi più accreditato presso la Cia, che lo ha scelto per vendere armi ai contras in Nicaragua e ai mujahedin in Afghanistan; Glatt è arrivato a fornire 200 milioni di dollari di armi all’anno, denaro che gli è servito per acquistare una tenuta in Virginia, che ha chiamato Aquila nera, riferendosi esplicitamente a un simbolo della Germania nazista, e da qui ha continuato a dirigire i suoi affari. Durante lo stesso periodo Soyster lavorava per la Dia che assegnava anch’essa appalti milionari a Glatt. Quest’ultimo ha ricevuto somme enormi dalla Dia (per mano di Soyster) nel corso di tutti gli anni Ottanta affinché si procurasse armi sovietiche da spedire negli Stati Uniti, da dove venivano in seguito inviate a strutture militari che lavoravano per e con gli Usa in America latina, Asia e Africa. E non solo, ma è stato uno dei principali fornitori dei contras in Nicaragua e dei mujahedin in Afghanistan. Dopo il ritiro di Soyster (e il suo ingresso alla direzione della Mpri), lui e Glatt sono diventati “ufficialmente” soci d’affari in almeno un contratto per la vendita di armi per conto della stessa Mpri: nei Balcani. è qui che per la prima volta la Mpri agisce direttamente in un conflitto.

«Era evidente che gli americani controllassero, attraverso società di loro fiducia, la riorganizzazione e l’addestramento dell’esercito croato». A parlare è un ex ufficiale prima della Jna, l’esercito federale della Jugoslavia titina, e poi membro dell’esercito di Zagabria. Non vuole dichiarare il suo nome, per ovvie ragioni di sicurezza: la guerra in Croazia e in Bosnia è ancora una ferita aperta in tutta la regione. «Nel novantatre, e già alla fine del novantadue - prosegue - ufficiali americani e consulenti di ogni genere andavano avanti e indietro da Washington a Zagabria. Il governo americano non poteva, e non voleva, esporsi direttamente e le armi entravano tranquillamente dall’Ungheria. Non parlo di armi leggere, ma di artiglieria e sistemi d’arma, radar, carri armati. Parte di questi armamenti vennero utilizzate anche in Bosnia contro i serbi e i bosgnacchi (mussulmani della Bosnia Erzegovina)». Nel marzo 1993, il presidente croato Franjo Tudjman, secondo inchieste pubblicate dalla stampa statunitense, assunse in prima battuta l’agenzia di “pubbliche relazioni” Waterman Associates, e nel settembre 1994 sottoscrisse un contratto con la società Mpri. Le funzioni delegate alla Mpri erano quelle dell’addestramento per il neonato esercito croato. Secondo un ex collaboratore dei servizi segreti americani, questi programmi privati di addestramento avevano come scopo «quello di promuovere gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti» senza il consenso esplicito e ufficiale del Dipartimento di Stato e del ministero della Difesa Usa. In pratica gli Stati Uniti intervennero sin dal secondo anno di guerra, anche se attraverso società private ma in pieno accordo con il governo, a fianco della Croazia che in quel periodo combatteva sia contro la Serbia di Milosevic che la Bosnia. E attraverso la Mpri governo americano ha aggirato abilmente l’embargo votato dall’Onu per la vendita di armi ai Paesi della ex Jugoslavia. «Gli americani non si occuparono solo dell’addestramento - continua l’ex ufficiale croato intervistato da left - ma definirono e pianificarono le offensive dell’estate del novantacinque contro i serbi. Non ho testimonianza diretta, ma più persone mi riferirono della presenza di alcuni ufficiali americani sul campo, come osservatori, durante i combattimenti». Con il Croatian Armed Forces Readiness and Training System (Carts), la Mpri ha addestrato le truppe e la polizia croata che poi nel 1995 lanciò l’“Operazione temporale”, uno dei peggiori episodi di pulizia etnica verificatosi durante il conflitto, in cui più di 200.000 serbi furono costretti alla fuga dopo un’offensiva di meno di una settimana. Ufficialmente la Mpri continua a negare: portavoce della società, generale Soyster (ricordiamo già direttore della Dia), ha dichiarato lo scorso anno al New York Times che la Mpri non è stata coinvolta nella preparazione dell’“Operation Storm”, ammettendo però che «vi hanno partecipato alcuni ufficiali addestrati dalla compagnia». Ma Soyster continua ad essere smentito da numerosi fonti croate secondo le quali nel corso degli anni il ruolo dell’Mpri fu invece determinante nel successo dell’operazione. E fu così efficiente che, quando pochi mesi dopo nel dicembre 1995 si arrivò a discutere la pace di Dayton, i bosniaci pretesero le stesse armi e lo stesso addestramento dei croati, e tra le clausole di pace chiesero, ottenendolo, il diritto di assumere la Mpri. Che fu pagata con fondi illimitati versati ai bosniaci dalle opere pie islamiche (di Arabia saudita, Emirati arabi uniti, Kuwait, Brunei e Malesia). Non a caso una delle sedi principali della società è a Sarajevo.

Paramilitari in Colombia












Allo stesso tempo la società americana partecipò nell’armare e nell’addestramento dell’Uck - le formazioni armate degli indipendentisti albanesi - nel 1999 durante la guerra in Kosovo. Mentre contemporaneamente aveva un contratto per addestrare le forze di sicurezza macedoni per combattere proprio la guerriglia degli indipendentisti kosovari. Questa apparente contraddizione è dimostrata anche da un episodio della primavera del 2001. In quel periodo era scoppiato un conflitto fra l’esercito macedone e l’Uck nella zona di Arainovo, ad est di Skopje. L’esercito macedone, secondo testimoni diretti dell’episodio, aveva messo con le spalle al muro i paramilitari albanesi. Intervenne allora la Nato, mettendo a disposizione 15 autobus con aria condizionata per evacuare i combattenti albanesi con le loro armi. Fra questi si trovavano 17 istruttori della Mpri.

Torniamo alla Mpri di oggi. A quella società che sostituisce autorità nazionali e internazionali per identificare le vittime di una strage seppellite in una fossa comune in Colombia. Dal 2001 la società ha accresciuto a dismisura i suoi ambiti di competenza e i suoi introiti. La politica estera aggressiva dei neocon ne ha facilitato l’affermazione: oggi la si può definire la più grande e attiva società di consulenze militari del mondo. Studiando la documentazione relativa alle attuali ricerche di collaboratori è inevitabile farsi un quadro delle competenze e delle aree dove sta operando: in Afghanistan, operando dall’addestramento di polizia e servizi di intelligence a esperti di difesa militare di obiettivi sensibili; in Albania (ma per il Kosovo in vista di una probabile indipendenza), si occupano di riforma del sistema giudiziario. In Colombia, si richiedono esperti di antropologia forense; in Guinea equatoriale stanno riorganizzando l’intero sistema militare, marina compresa; in Georgia cercano esperti di addestramento di forze speciali; in Iraq sono praticamente in ogni settore militare e governativo e di intelligence e cercano, anche, esperti in interrogatori; sono presenti chiaramente anche in Kuwait, Arabia saudita e Emirati. In Libano cercano esperti per la riorganizzazione della polizia e lo stesso in Niger.
Scorrendo questa lista, che viene aggiornata quotidianamente con l’ingresso di nuovi paesi e di nuove qualifiche “professionali”, sembra di avere davanti l’intero quadro dei Paesi e dei conflitti che, direttamente e no, coinvolgono in qualche modo il governo statunitense. Non è che la Mpri sia non soltanto una company ma un pezzo, e neanche piccolo, del sistema di difesa (e offesa) americano? E che sia fuori ogni controllo? 

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