Le elezioni comunali e il valore nazionale
par Camillo Pignata
martedì 14 giugno 2016
C'è un disperato tentativo del PD di ridimensionare il valore di queste elezioni. Ci prova Giachetti: “Se vinco io, vinco io; se perdo io, perdo io".
Ci prova Renzi quando senza mezzi termini, dice che queste elezioni hanno valore locale. Certo in campagna elettorale è meglio per un candidato stare lontano da un partito in declino, è meglio per un segretario ridimensionare la portata di una probabile sconfitta.
Ci provano ma non ci riescono.
Se Giachetti vince, il partito e il segretario si rafforzano; se perde diventano più deboli verso gli avversari esterni ed interni.
I voti degli elettori anche se hanno una dimensione territoriale locale, perché si vota per un programma che riguarda un comune, per un sindaco chiamato a gestire questo programma, questi voti hanno sempre ricadute nazionali.
In ogni caso, Giachetti e Renzi certe “uscite”, non se le possono permettere.
Giachetti non è De Magistris, Emiliano De Luca; non ha un proprio elettorato e non vince da solo, senza l’appoggio del partito. Giachetti prende i voti del partito, sta nel partito e vota come il partito, anche le leggi che riguardano i comuni.
Ha votato il nuovo articolo 119 della costituzione, che lega le mani ai sindaci riducendoli impiegati della Troika, ed esecutore delle sue direttive. Ha votato l’articolo 81, che preclude ai governi e di riflesso ai comuni ogni iniziativa contraria al pareggio di bilancio.
Ha votato la politica fiscale del governo, che limita il potere impositivo del comune, le loro risorse erariali.
Non può e non potrà recidere, il cordone ombelicale con il partito, altrimenti lo mandano via. Ci ha provato Marino , ma è stato cacciato, senza l’onore delle armi, nello studio di un notaio lontano dall’aula consiliare.
Giachetti, ha voluto e realizzato con il partito questa operazione politica, per cui se vince, formerà la giunta, bandirà le gare di appalto, assegnerà gli incarichi nelle municipalizzate, insieme al partito e comunque non in contrasto con le sue indicazioni , con i suggerimenti a bassa voce.
Cercherà di dare l'impressione di un cambiamento radicale: Sabella capo di Gabinetto, Livia Turco in giunta, servono a questo, ma sopratutto a far voti. In ogni caso sarà fedele esecutore di una sola inderogabile direttiva: "Cambiare tutto perché niente cambi”.