Le due leghe nord

par Voltaire
giovedì 12 gennaio 2012

Da una parte Bossi e il cerchio magico dall’altra Maroni ed i maroniani. La lega ormai non è un partito unitario, ma diviso simmetricamente in due.

La coabitazione forzata tra diverse opzioni politiche ricondicucibili ai due capi storici padani sta portando ad una inattesa debolezza della leadership del movimento. E forse porterà alla distruzione del partito. Per auto combustione. Se Bossi dice una cosa, Maroni ne pensa un’altra e viceversa.

Insieme producono una cacofonia di intenti che lascia allibiti non solo l’elettorato nordista, ma anche il Pdl che dell’alleanza con il movimento secessionista ha bisogno come il pane. La lega bossiana si identifica per il suo asse con Tremonti, di cui ha ereditato la finanza creativa. Essa ha investito i soldi leghisti (che in larga parte provengo dal rimborso elettorale e quindi dal contribuente italiano) in fondi della Tanzania e di Cipro provocando un mezzo terremoto nel Varesotto dei padani duri e puri.

La parte di Bossi è quella che sponsorizza il Trota, il Reguzzoni e la Mauro rispettivamente il figlio, il pupillo e la badante del capo. Strizza l’occhio a Berlusconi, di cui rimpiange il governo, è legata alle poltrone e al potere di Roma ladrona. Non sopporta i terroni, combatte le multe per le quote latte, rimpiange la lira e detesta l’Europa. Ma soprattutto avendo già salvato Marco Milanese braccio destro di Tremonti, non vuole in galera Nicola Cosentino, ex sottosegretario dello stesso super-ministro di Sondrio.

I maroniani (o Maroniti per qualche giornale) vogliono invece Cosentino dietro le sbarre, come vollero per l’altro deputato campano del Pdl, Alfonso Papa che si accomodò a Poggioreale dopo il voto favorevole all’arresto di Pd, Udc, Idv, Fli, ed appunto della Lega. Da allora “Partito di lotta e di retromarcia”.

La fazione maroniana rappresenta un pensiero eterodosso, quasi eretico, dialoga con la sinistra e con Confindustria, è più legalitaria e giustizialista, non fa sconti agli immigrati e non apprezza la spregiudicatezza degli investimenti politici (e finanziari) dell’ex compare Umberto Bossi. Sono due visioni del mondo, che si contendono il potere non solo nella sempre più lacerata Padania ma anche a Roma.

Forse tra i due contendenti avrà la meglio il terzo incomodo, che in questa fase appare defilato: Roberto Calderoli che potrebbe riunire la Lega in un vero e proprio partito – “porcellum”, in onore della sua attuale legge elettorale che oggi la Corte Costituzionale speriamo contribuirà a cassare dando il via libera al Refendeum che milioni di italiani aspettano.

Un dato sembra certo, quindi non è soltanto collassato l'asse Berlusconi -Bossi che ha (s)governato in italia 8 degli ultimi 10 anni, la Lega sta esplodendo al suo interno. Ed il Pdl non sta meglio.


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