Le cinque verità sull’affaire Berlusconi

par Camillo Pignata
martedì 27 agosto 2013

Nell’ultimo vertice di Arcore, Berlusconi ha indossato l’elmetto, e dichiarato guerra all’Italia, alla sua democrazia, alle sue istituzioni, alla sua economia, ma anche ai suoi elettori, a quelli che hanno avuto ed hanno fiducia in lui, a quelli che da sempre lo supportano, nelle urne e nelle piazze.

Sono anni che Berlusconi difende Berlusconi, anche contro gli italiani, anche contro gli elettori del PDL. Ieri per i suoi interessi processuali ha sottratto tempo ed impegno ai suoi compiti istituzionali di premier. Per la stesura e l’approvazione di leggi ad personam, ha trascurato, a danno di tutti, la crisi che riguardava tutti. Oggi chiede l'inapplicabilità di una sentenza definitiva che lo condanna, per un reato di evasione fiscale, che avvantaggia lui e danneggia la collettività ,e quindi anche i suoi elettori.

E per questo minaccia la caduta del governo, con ripercussioni economiche negative, che coinvolgono tutti, anche la gente berlusconiana.

Certo che l’affaire Berlusconi, per il modo come è stato trattato, per le argomentazioni addotte a difesa, è diventata una matassa inestricabile, che richiede, per essere dipanata, il ritorno “all’abc” del diritto e della politica. Alcune verità elementari sembrano siano state rimosse, e relegate nel dimenticatoio.

  1. E allora, la prima verità è che un reato, è un’azione contro lo Stato italiano, contro il suo popolo, e quindi contro gli elettori che hanno votato il cavaliere. Nei paesi normali è lo stesso partito di appartenenza, gli stessi elettori, che chiedono la rimozione del reo;
  2. La seconda verità è che il reato di evasione fiscale commesso da Berlusconi, è un reato privato, un crimine perpetrato solo per i suoi interessi personali, e non per gli interessi dei suoi elettori. Un crimine perpetrato solo per gli interessi di Mediaset, e non per l’interesse della gente del PDL. I reati commessi dai politici non sono tutti uguali, hanno una diversa gravità. Ci sono reati funzionali alla politica e reati funzionali all’interesse privato. Un politico che diffama l’avversario, un finanziamento illecito al partito, le tangenti per sostenere il partito... sono reati funzionali alla politica. La prostituzione minorile, l’evasione fiscale sono reati funzionali all’interesse privato.
  3. La terza verità è che l’evasione fiscale per cui il Cavaliere è stato condannato è un reato con cui vengono sottratti soldi alla collettività, e quindi anche agli elettori del PDL. Quando un parlamentare sottrae soldi alla collettività, mette le mani in tasca ai cittadini agli italiani, e quindi anche agli elettori che lo hanno votato. Per questo, è un reato contro quegli elettori di destra, tanto invocati per evitare a Berlusconi la decadenza. Non è in ballo un principio astratto, ma un fatto concreto,un danno a scapito degli italiani, anche di quelli che hanno votato Berlusconi.
  4. La quarta verità, è che spacciare la tutela del Cavaliere per la tutela dei suoi elettori è un sotterfugio mediatico che serve a lui per rendere accettabile la concentrazione di un partito e di un intero Paese sulle sue vicende, ma beffeggia gli italiani e gli elettori del PDL. "Non potete espellere dalla politica un uomo votato da dieci milioni di elettori” ripete fino alla noia, la nomenclatura berlusconiana. Non è ora di finirla? Il reato commesso ha portato soldi in Mediaset, quei soldi sottratti agli italiani, anche quelli che lo hanno votato. Far coincidere gli interessi berlusconiani, con quelli dei suoi elettori è la ciliegina sulla torta: una beffa che si aggiunge al danno e lo rende più amaro.
  5. La quinta verità è che la crisi di governo, provocata dalla decadenza di Berlusconi, sarà attribbuita dai media di destra, alle divergenze sull'Imu, perché il popolo PDL non vuole la crisi e gli inevitabili conseguenti danni, per salvare la faccia a Berlusconi.

Quanti imprenditori che hanno votato Berlusconi gradirebbero il blocco delle riforme economiche che li riguardano? Quanti commercianti PDL accetterebbero la battuta di arresto della disciplina IVA? Quanti elettori di destra sarebbero contenti di pagare l’IMU per gli interessi del capo? Sarebbe interessante accertarlo.

E allora, per questi elettori, pere gli italiani, per la loro tutela, bisogna espellere il cavaliere dal Parlamento. 

Foto: Wikimedia


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