Le ansie del giovane Renzi

par paolo
mercoledì 8 gennaio 2014

Parafrasando il capolavoro letterario di Goethe, per il sindaco - segretario - candidato premier Matteo Renzi per ora più che di "Dolori" bisogna parlare di ansie di strafare, quelle ansie che lo porteranno probabilmente al suicidio politico. I dolori semmai verranno dopo per il paese.

Sta bruciando tutte le tappe, arde del sacro furore riformista, non passa giorno, anzi ora o minuto che non ci scodelli i suoi progetti di rivoltare il paese come un calzino nella smania di mettere mano a tutto campo. Politica, istituzioni, economia e perfino i temi etici: nulla sfugge al programma che ha in testa questo brillante e molto ambizioso neosegretario del PD. Al suo confronto il povero Pierluigi Bersani sembra un triceratopo ,un fossile da reperto archeologico .

Tutto assolutamente e perfettamente lecito, intendiamoci, l'entusiasmo non è di per sé una cosa negativa, ma lo diventa quando si piega all'ambizione personale e quando non sa mettere a fuoco le priorità su quello che bisogna fare. L'immaginifico Matteo appartiene alla schiera dei politici-artisti ,ovvero di quei virtuosi logorroici che sanno abilmente polarizzare su di loro l'attenzione, catturare l'ascoltatore e trascinarlo all'interno della loro visione gratificante. Come lui soltanto il grande Silvio o il buon Beppe, dietro, molto dietro, metto anche Nichi Vendola che però ha l'handicap di guidare un trasportino invece che un Tir della politica. E poi anche l'anellino all'orecchio non contribuisce a renderlo credibile.

Ora Renzi a Firenze, mi assumo la piena responsabilità di questa previsione,non verrebbe rieletto sindaco nemmeno se in piazza scendessero ad applaudirlo Papa Bergoglio e tutti i santi del Paradiso e questo spiega, in parte, tutto questo suo dimenarsi. Prendiamo l'ultimo mese del Renzi-pensiero, partendo dai pochi minuti dopo l'elezione a segretario del PD, stracciando Cuperlo oltre ogni previsione.

E' partito dettando cinque punti cardinali alla sinistra (lui che è un democristiano ): Immigrazione, scuola , formazione politica, riforma elettorale e tagli alla casta, corroborando la sua fresca investitura con la seguente frase "Oggi non finisce la sinistra ma una classe dirigente" . Bene, bravo, giusto! Tutti temi che lo rendono appetibile anche a destra e quindi, memore della famosa frase di Nanni Moretti rivolta a D'Alema – “Massimo dicci qualcosa di sinistra! –, per scongiurare il sospetto di un appiattimento su Berlusconi, ci mette pure dentro la "questione morale", che fa tanto Berlinguer. Per dar corpo all'ultimo impegno prende quindi posizione decisa nel caso Cancellieri -Ligresti e rassicura che con lui al timone casi del genere non si ripeterebbero più . Ma nella votazione sulla sfiducia al ministro, con il premier Enrico Letta che sente puzza di bruciato e quindi ci tira dentro la fiducia al governo, si allinea con il partito. E già perché tra il dire e il fare… Insomma era soltanto un "renzino", un pensierino crozziano.

Naturalmente a Matteo non sfuggono neppure i temi fondamentali come la ripresa economica, l'occupazione , il Welfare degli esodati di forneriana memoria e infine l'Europa, che dà una dimensione internazionale al suo programma politico. Quindi una prospettiva a tutto campo, di largo respiro, da autentico statista.

Poteva e doveva per il momento bastare. Invece no, Matteo è uno che non si accontenta e piazza altre due bordate: la tri-proposta di riforma elettorale e i temi etici , aborto ,unioni gay ecc. . La triproposta è una bacchettata per Enrico Letta e la sua nuova maggioranza che cincischia e non conclude nulla su quell'impegno solenne preso con Napolitano di metterla subito in cantiere. Con una lettera inviata ai partiti ed in particolare al PD, Forza Italia e M5S nonché la nuova formazione di centro desta di Alfano (NCD), prospetta tre modelli diversi: il doppio turno di coalizione dei sindaci, il modello spagnolo ed il Mattarellum rivisitato opportunamente per dare certezza di governabilità a chi vince. Il messaggio è chiaro: sceglietene uno e votatelo e quindi finisca l'allibi dietro il quale vi nascondete per non rinunciare al "Porcellum", che tanto vi aggrada. Ovvia!

Gli effetti: Letta si è irrigidito come uno stecco secco perché si è sentito scavalcato di brutto, Berlusconi ha detto che se ne può parlare anche perché si attaccherebbe ad un tram pur di rimanere a galla, Alfano ha “cianciugato” che se ne può parlare e Grillo ha glissato di brutto. In sostanza la triproposta , non proponendo un bel nulla è rimasta lettera morta. Il classico e miglior modo per non arrivare a niente, dando tuttavia "l'impressione" , che per Matteo è linfa vitale, di attivismo e di efficientismo . Uno stile gattopardesco in chiave "tutto tutto niente niente” come nel film di Antonio Albanese.

Dulcis in fundo: tanto per non farsi mancare nulla Renzi lancia subito nell'agone politico i temi etici (unioni omosessuali ,aborto ecc.. ), temi indubbiamente sacrosanti ma forse da non mettere in priorità proprio in questo momento critico, buttando un carico da undici che sembra fatto apposta per squassare l'eterogena maggioranza di governo che va dal "vescovo "Giovanardi, passando per i ciellini Formigoni e Lupi, per arrivare infine al laico Civati o alla radicale Bonino.

Ma perché Matteo Renzi si dimena cosi? Perché questa frenesia?

La risposta a mio avviso è in parte nella premessa iniziale, ovvero sa che molto difficilmente verrà rieletto sindaco di Firenze; ma soprattutto non può permettersi di dare a Letta il tempo di consolidare la sua premiership che rischierebbe di diventare anche leadership nel PD in una prospettiva di medio - lungo termine. Ergo mette sotto pressione partito e maggioranza per testarne i limiti di tenuta. Se salta il banco lui è convinto di uscirne vincitore perché lo ha fatto dando l'ottima impressione di essere "l'uomo del fare" e non delle chiacchere. Poi c'è la tentazione di agganciare il consenso dei destrorsi, berlusconiani compresi, che sono alla ricerca di un fac simile di Silvio, vuole sfarinare Alfano, dichiarando di guardarsi a tutto tondo, opposizioni comprese e, infine, crede di pescare anche tra i grillini perché è convinto (lo ha dichiarato lui stesso) che presto si spaccheranno in due tronconi, atteso che, ogni giorno che passa , sempre più si evidenzia il "delirio politico" di Beppe Grillo che vuole resettare l'Europa. Poi a seguire, sull'onda del casaleggio pensiero, si presume anche il mondo.

Insomma a Renzi la "stabilità" di questo governo, partito a termine per fare poche cose fondamentali ma che potrebbe anche durare un' intera legislatura, soprattutto se cominciano ad emergere risultati positivi come lo spread sotto i 200 punti di queste ore, non gioca affatto a favore. Rischia di sgonfiarsi come un pallone bucato e di bruciare la sua scalata di potere e quindi, se a parole dichiara la sua piena collaborazione a Letta, nei fatti dissemina il percorso di trappole, esattamente come farebbe un buon democristiano di lungo corso. Ovvero dire una cosa e fare il suo esatto opposto.

Quindi elezioni al più presto o si muore, con la benedizione di Silvio Berlusconi e di Beppe Grillo, a confermare un terzetto d'oro di piazzisti -imbonitori che tutto il mondo certamente non ci invidia.

Perorazione finale: Oh! Renzi e piglia fiato e abbi pietà di noi!

Stiamo lentamente cercando di smaltire il cavaliere di Arcore, abbiamo un saltimbanco che da fuori di brutto anche a capodanno: almeno tu, te lo chiedo da toscano a toscano, facci una grazia, stai zitto , taci per una settimana, meglio sarebbe per un mese. Facci respirare. 

 

Foto: BTO/Flickr


Leggi l'articolo completo e i commenti