Le accise sui carburanti hanno una scadenza, ma nessuno lo sa...

par Emilia Urso Anfuso
sabato 21 luglio 2012

Le accise sono prepotentemente entrate a far parte della collettività nazionale, in special modo da che si è palesata la crisi delle crisi. Quella di cui si parla e straparla ormai a volte senza nemmeno un senso logico. Basta pronunciare la parola “accisa” per vedere facce storte, accidenti lanciati ai governanti nazionali di turno e provocare mal di stomaco a iosa.

Innanzitutto: cosa si intende per “accisa”? Perché spesso, una parola viene stra-utilizzata, ma non se ne conosce bene il significato. L’accisa è una tassa di scopo in vigore nel nostro Paese da inizio secolo scorso. Fu istituita infatti nel 1935 per finanziare la guerra in Abissinia. Una somma scaturita da aliquote variabili che tutti paghiamo acquistando un certo tipo di prodotto. Deriva dal Latino accensare che significa tassare.
 

Una “tassa di scopo” – forse bisognerebbe chiamarla imposta di scopo – è appunto una tassa che si paga per un periodo per uno scopo preciso: raggranellare in breve tempo denaro per post terremoti o alluvioni, per emergenze di altro tipo o per batter cassa a seconda dello scopo del momento. Le più odiate ed utilizzate, sono quelle – appunto – applicate sui carburanti per autotrazione, che fanno lievitare ancor più i prezzi al consumo che da noi sembrano non conoscere mai limiti verso l’innalzamento.

Ma paghiamo accise anche sui consumi di alcool, tabacchi ed energia elettrica, è bene saperlo.

Tornando alle odiose accise sui carburanti per autotrazione, pochissimi sanno invece, che ognuna di esse, “avrebbe” una scadenza. Avrebbe, ma in effetti, ha. Ciò che accade poi nella realtà dei fatti, è che lo Stato – forte del fatto che nessun cittadino richiederebbe mai la messa in atto della data di scadenza dell’accisa di turno, così come vorrebbe la normativa vigente, dal momento che non si è al corrente della cosa – lascia lì quella ennesima imposta odiosa, che si va ad aggiungere alla ormai lunga lista di precedenti accise anch’esse con una “data di scadenza” che nessuno mai però ha messo in atto.

Un esempio per tutti: una delle ultime accise poste sul prezzo al consumo del carburante, è pari a +0,0089 euro per litro, ed è stata imposta il primo novembre 2011 pro alluvionati della Liguria e della Toscana.

Ebbene, questa accisa doveva restare in vigore fino al 31 Dicembre 2011. “Ovviamente” nessuno ha pensato mai di toglierla, e difatti compare ancora nella lista delle accise sul carburante che si è ulteriormente allungata con l’aggiunta di quella in vigore dal 6 dicembre 2011 con +0,0820 euro per il decreto Salva Italia e l’ultima cronologicamente parlando di +0,020 euro per il terremoto in Emilia.

Oltretutto è bene sapere che poi, a livello regionale e comunale, si ha facoltà di aggiungere a loro volta altre accise. Così come è capitato infatti nella Regione Toscana per l’alluvione 2011: il Presidente Enrico Rossi chiese ai cittadini un aumento di ben 5 centesimi per litro…

In questo preciso momento in Italia, questa è la lista completa delle accise – assurde ed anacronistiche – che pesano sul carburante per autotrazione:

  • 1935 +1,90 lire per la guerra di Abissinia
  • 1956 +14 lire per la crisi di Suez
  • 1963 +10 lire per il disastro del Vajont
  • 1966 +10 lire per l’alluvione di Firenze
  • 1969 +10 lire per il terremoto del Belice
  • 1976 +99 lire per il terremoto del Friuli
  • 1980 +75 lire per il terremoto dell’Irpinia
  • 1982 +100 lire per la missione in Libano
  • 1983 +105 lire per la missione in Libano
  • 1996 +22 lire per la missione in Bosnia
  • 2003 +0,017 euro per contratto autoferrotranvieri
  • 2005 +0,005 euro per rinnovo autobus pubblici
  • 2011 6 aprile +0,0073 euro per finanziamento FUS
  • 2011 1 giugno +0,0400 euro per emergenza immigrati
  • 2011 1 luglio +0,0019 euro per finanziamento FUS
  • 2011 1 novembre +0,0089 euro per alluvioni Liguria e Toscana
  • 2011 6 dicembre +0,0820 euro con il decreto Salva Italia
  • 2012 30 maggio +0,020 euro per il terremoto in Emilia

Volete sapere quanto incassa ogni anno lo Stato Italiano solo attraverso queste accise? Oltre 19 miliardi di euro. Due o tre Manovre finanziarie che stralciano di netto il diritto costituzionale sulla tassazione progressiva diretta che di fatto vieterebbe la distribuzione indistinta dell’onere tributario (art. 53) che con l’ultima riforma datata 20 Aprile 2012 recita infatti: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Di progressivo invece in Italia, sembra esserci solo una cosa: un potente senso di iniquità in mano a gente che fa solo calcoli numerici dimenticando che a quei calcoli andrebbero associati nomi, facce, vite umane.


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