Le Rivoluzioni nel Nord Africa e le ripercussioni su Italia ed Europa
par Candidonews
martedì 22 febbraio 2011
Le poche immagini arrivano dai telefonini. Non ci sono giornalisti stranieri in Libia, non è consentito dal regime. E cosi le rivolte sono documentate dagli stessi rivoltosi, giovani o meno giovani che manifestano, protestano, si fanno uccidere in tutto il paese. Il regime di Gheddafi è oramai compromesso, neanche i vili bombardamenti contro la folla sono serviti a sedare la rivoluzione.
Le poche immagini arrivano dai telefonini. Non ci sono giornalisti stranieri in Libia, non è consentito dal regime. E cosi le rivolte sono documentate dagli stessi rivoltosi, giovani o meno giovani che manifestano, protestano, si fanno uccidere in tutto il paese. Il regime di Gheddafi è oramai compromesso, neanche i vili bombardamenti contro la folla sono serviti a sedare la rivoluzione. Non sappiamo a cosa porterà tutto questo. Si teme che, al contrario delle rivolte tunisine ed egiziane, in Libia vi sia la lunga mano degli estremisti islamici e che se l’esercito non interverrà con un golpe, l’ex colonia italiana potrebbe diventare un nuovo Iran, una teocrazia alle porte dell’Europa e soprattutto del nostro paese.
Per l’Italia si aprono comunque due fronti durissimi. Quello economico, con l’Eni e le industrie italiane fortemente penalizzate vista la ampia collaborazione con l’attuale governo libico. Il prezzo dei carburanti potrebbe schizzare vertiginosamente nelle prossime settimane, in caso di precipitazione degli eventi. Poi c’è il fronte dell’immigrazione. Se dalla Tunisia in pochi giorni sono sbarcati piu di 5000 migranti, cosa accadrà quando il regime libico sarà irrimediabilmente collassato? Il trattato bilaterale che ha ridotto del 98% gli sbarchi nel nostro paese diventerebbe carta straccia e soprattutto la assenza di un governo locale lascerebbe campo libero alla fuga verso l’Italia. Ben presto potremmo trovarci quindi di fronte ad un esodo “biblico”, come ha detto Maroni, con migliaia di migranti in arrivo da Tunisia, Egitto e Libia. Come accoglierli? Con quali risorse e mezzi? L’Italia dovrà necessariamente chiedere l’aiuto della UE. Non vi sono alternative.
L’89 del NordAfrica va visto comunque in chiave mondiale e non solo dal punto di vista italiano. Senza essere ipocriti dobbiamo ammettere che i regimi caduti, e che stanno cadendo, ci hanno fatto comodo. Per anni abbiamo stipulato accordi economici e non con dittatori che tenevano il loro popolo sotto scacco e assecondavano le nostre richieste su immigrazione, petrolio, gas, affari. Ben Alì, Mubarak, Gheddafi, facevano gli interessi dei loro popoli? Credo proprio di no. Non ritengo che la “primavera araba” darà gli stessi frutti in tutti i Paesi coinvolti, non tutti raggiungeranno la Democrazia, altri regimi, magari piu soft, potrebbero sostituire alcuni di quelli appena caduti o che cadranno nei prossimi mesi. Non è dato sapere, comunque, se i nuovi futuri governi arabi saranno disposti a rispettare i trattati in vigore con l’Europa o se, per difendere i loro popoli, rinegozieranno tutto. L’Egitto sarà ancora alleato fedele di Israele? Cosa potrebbe accadere nel caso in cui decidesse di interagire con l’Iran?
Lo stesso Obama è stato troppo precipitoso nello “scaricare” Mubarak chiedendo Riforme per gli egiziani. Forse l’Egitto è veramente pronto per un sistema piu democratico ma se cosi non fosse, se all’ex Presidente deposto succedesse un Regime islamico o comunque ostile ai progetti statunitensi, i Repubblicani avrebbero buon gioco nel rinfacciare al Presidente di non aver difeso gli “interessi americani”.E questo potrebbe anche costargli la Casa Bianca tra un anno e mezzo.
Cosi come in Europa, dove molti stanno sottovalutando le Rivoluzioni arabe. E’ un salto nel buio, quel che rimarrà quando “la tempesta” sarà passata potrebbe non piacere molto ai governi Europei.
Con questo non voglio assolutamente difendere i regimi che hanno dominato gli ultimi decenni in quelle zone. La Libertà è un obiettivo che ogni persona dovrebbe perseguire, sempre. Le proteste di tanti giovani danno speranza, fanno capire che anche nel mondo arabo si sta diffondendo un valore sacro come quello della libertà. Credo però sia anche opportuno tenere presente che gli interessi di quei ragazzi non sono necessariamente i nostri. O meglio quelli dei nostri governanti. E’ bene saperlo, anche per il futuro.
Del resto è impossibile prevedere cosa accadrà in seguito. Ogni giorno può rivelarci sorprese. Mi auguro solo che la voglia di cambiamento in atto nel Nordafrica e nel Medioriente possa infondere forza e coraggio anche ai tanti iraniani che da anni lottano contro un regime autoritario e sanguinario come quello degli Ayatollah.
I prossimi mesi ci indicheranno gli scenari con i quali dovremo confrontarci ed anche il prezzo che forse, saremo costretti a pagare.