Lavoro: come stiamo perdendo ogni tutela

par Antonella Policastrese
giovedì 8 gennaio 2015

Aumenta il tasso di disoccupazione. Nonostante l'anno renziano continui ad essere uno dei più negativi, il saltimbanco della democrazia e dei diritti negati continua a rimanere sulla sua poltrona dorata. La riforma del lavoro produrrà molti più inoccupati ed il tutto senza che nulla si smuova sotto un cielo grigio con nuvole che si abbassano fino a provocare una cappa che rende irrespirabile l'aria. I frutti velenosi del jobs act verranno fuori quando l'art.18 sarà esteso anche nel settore del pubblico impiego, dando il via a licenziamenti di massa. Mai dal punto di vita delle tutele e dei diritti conquistati nel corso degli anni avevamo assistito ad una riforma di tipo feudale che creerà una nuova divisione sociale tra padroni e servi utilizzati per riempire i granai dei signori con poche briciole per chi si spacca la schiena da mattina a sera.
 

A rispolverare le pagine di storia, tra l’800 ed il 900, ci si accorge di quanta fatica sia stata fatta da masse di lavoratori che lottavano per l’affermazione di un lavoro di otto ore ben rappresentato e tutelato. Furono gli anni in cui nacquero le associazioni sindacali, chiamate Commissioni Interne, dichiarate illegali con l’avvento del Fascismo che aveva lasciato in piedi il sindacato fascista, il quale poteva firmare i contratti di lavoro in rappresentanza dei dipendenti. L’era renziana che ci ha fatto precipitare ai tempi “dei servi della gleba” ha cancellato ogni tutela del lavoro ed in linea con i paramentri della Troika ha preso due piccioni con una fava: togliere la possibilità di maturare uno straccio di pensione oltre che licenziare. Se il lavoro è precario ovviamente le multinazionali che verranno nel nostro paese avranno una manodopera sottopagata e senza pensione per la gran massa di sfruttati, ragion per cui agitando il vessillo di creare più posti di lavoro sta sponsorizzando la “cinesizzazione” del lavoro stesso. Guai in vista anche per gli impiegati del pubblico impiego.

E’ da tempo che la UE vuole il licenziamento dei dipendenti pubblici. Il corvo cosa sta facendo se non estendere l’art. 18 anche nel pubblico impiego? Ha fatto finta di dire che il settore pubblico era avulso da tale meccanismo ma ora il pavido rimanda tutto il discorso alla Camera, dove gli avvoltoi non attendono altro che buttarsi sulla carcassa dei licenziati. Intanto in quel che resta di Province smembrate, fatte a pezzi che non erogheranno uno straccio di servizio, a Crotone sono stati nominati ben cinque dirigenti. Che strano. Non ci sono soldi per pagare il riscaldamento ma per arrivare alla nomina dei dirigenti no problem.

Non ci sono soldi per gli impiegatii, ma a quanto pare ci sono congrui stipendi per i nuovi nominati, che rispondono ad una certa consorteria politica ed anche se la situazione è critica, loro non avranno nulla da temere. Intanto va detto che da quando è stata abolita “l’autorità di bacino” che faceva parte delle province, gli alvei dei fiumi non li pulisce nessuno. Risultato: basta una forte pioggia perhé ci sia l’alluvione a distruggere in un secondo i territori. Sarebbe questo il modo di ammodernare il Paese? E con i licenziamenti selvaggi che si rimette in moto l’economia?

Intanto Renzi e la sua marmaglia non hanno nulla da temere. Pur di rimanere dove sono firmano accordi anche con il diavolo B. restituendogli la santità. Una vera porcata! Ma la porcata delle porcate è chi lo appoggia con un’informazione sempre più prona ai desideri ed alle aspettative del reggente: Renzi. Intanto le stime parlano da sole. Crescono disoccupati ed inoccupati. Un picco da paura. Ma che importa? Qualcuno non ha davvero nulla da temere

 

Foto: Palazzo chigi/Flickr

 

 


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