Laurearsi in Calabria

par Laura Raffaeli
sabato 24 aprile 2010

E’ facilissimo laurearsi in Calabria, ne sa qualcosa anche la Gelmini, che mai avrebbe immaginato nella sua vita di diventare la premier dell’"istruzione" in Italia. Falsi esami, qualche mazzetta, magari un cambio di residenza dal nord al sud (in questo caso conviene, non si critica più la "terronia"...) e si diventa laureati, anzi addirittura ministri! A Catanzaro comunque ci sono risvolti nell’inchiesta sullo scandalo che ha prodotto non pochi asini "dottori professionisti"...

 
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Gazzetta del Sud la Commissione Interna che dopo lo scoppio dello scandalo era stata nominata dal Rettore Costanzo che ha aveva già inflitto sanzioni agli studenti che erano stati coinvolti nelle vicenda avrebbe spostato ora la sua attenzione sui già laureati.
 
Decine di persone che, grazie ad un titolo di studio ottenuto col raggiro, ora lavorano in varie zone d’Italia ed in vari settori. rischierebbero la revoca del certificato di laurea. Ricordiamo che secondo l’accusa almeno settanta studenti o ex studenti del’ateneo sarebbero stati favoriti nella loro carriera universitaria dalla condotta di un funzionario interno che avrebbe fatto risultare già superati esami mai sostenuti." da Calabriaonline

L’inchiesta sullo scandalo di Catanzaro era iniziata nel 2007 con i seguenti risvolti: LEGGI QUI

Chiaro che in una dimensione di ignoranza totale, quale quella tipicamente italiana in cui ad esempio la maggiorparte delle persone non conosce e non parla la lingua madre, l’italiano, ma comunica solo con mezzo dialetto e mezzo "itagliano", il "laureato" o "dottore" ha il suo peso, così come lo ha per alcune famiglie, ad esempio, portare il lutto per qualche figlio morto in sala operatoria...
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Sono disgustata non tanto dal fatto che qualcuno si compri una laurea, anche se mi ripugna l’idea di dover chiamare "dottore" un commercialista che ha la terza media, ciò che mi lascia senza parole è che in una sala operatoria o in un tribunale, entrambi luoghi in cui il professionista ha in quel momento tra le mani una vita umana, entri qualcuno che non sappia cosa stia facendo. Se sbaglia un commercialista si diventa poveri in un attimo: si certo non è da augurare a nessuno, ma mai quanto uscire da una sala operatoria per essere messi in una bara, oppure da un tribunale per entrare ingiustamente in un carcere, al posto di qualche mafioso a cui di certo non mancano i soldi per curarsi con medici veri!

A Roma ho conosciuto giovani studenti calabresi, veri geni che lavoravano come camerieri schiavizzati per potersi permettere l’affitto di una stanza e gli studi: perché quei ragazzi calabresi dovranno andare all’estero se vorranno esercitare la loro professione per cui, dopo enormi sacrifici, si sono laureati?

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