Laura vale il viaggio
par Fabio Della Pergola
mercoledì 28 settembre 2011
Vi ricorderete senz’altro di Sliding doors, quel curioso film dove una porta scorrevole decideva del destino: se la trovavi aperta si apriva con lei un tuo qual futuro, se era chiusa saresti andato incontro ad altro. Non è questione di buona o cattiva sorte: il caso (o l’intenzionalità più o meno nascosta, naturalmente) può aprirti un “così” o un “cosà”.
Domenica potevo decidere, visto il tempo incerto, tra sonnecchiare sul divano scorrendo svogliatamente le pagine di qualche libro oppure prendere la macchina e fare un viaggio per andare all’esposizione delle opere di Laura Tondi, pittrice senese. La mia personale porta scorrevole si è aperta, un po’ per caso un po’ per voglia, su questo viaggio che si è rivelato un “così” niente male, proprio per niente male. Perciò, se vi trovate a passare (o decidete di andare) a Castel del Piano, paesucolo arrampicato sulle pendici dell’Amiata, in provincia di Grosseto, fatevi un favore: entrate nel Palazzo Nerucci e salite su al piano dove Laura espone. Perché Laura, sappiatelo, vale il viaggio.
E quella linea rimane impressa per ore e giorni anche quando, forse dopo una ventina di secondi, si volge lo sguardo sulla tela accanto, Muoversi, muoversi con calma, dove la stessa linea rossa si trasforma in una vaga forma femminile che aleggia a mezz’aria - sorretta da un sottile vetro colorato che conduce ad un minuscolo, timidissimo triangolo pubico - recuperando da una memoria indefinita i cromatismi del passato.
Potete rilassarvi poi, per un attimo, con le Chiacchiere vane, dove due poveretti, rosso l’uno e l’altro viola (con la buffa espressione attonita del maschio contemporaneo), lasciano tutto il campo alle tre graziose ciaccolanti, agghindate e sfiziose, padrone del tempo e dello spazio di quello che a me sembra proprio, chissà perché, un lungo viaggio in autostrada verso méte conosciute da giorni infiniti, ma mai uguali.
Capace di piantare tutti in asso e voltarsi a naso ritto verso un di là dove deve andare da sé: Adesso vado. Ciao.
Raccomandazione: evitate l’errore di trascurare ogni singolo titolo, ché i titoli vivono di vita propria, sono distillati di poesia pura, non aria fritta messa lì a riempire un vuoto.
Poi inebriatevi, perché tutto è inebriante come può esserlo un bicchiere di acqua cristallina e fresca che bevi di fretta. Solo che mica era acqua, caspita. Sembrava; ma quando te ne vai e sbagli un bivio e poi salti un incrocio e vai a sinistra quando dovevi voltare a destra e infine ti perdi fra le colline di crete e cipressi, viaggiando per ore nell’incerta direzione verso casa, avendo solo un vago nord magnetico nella mente come un migratore, beh, allora lo capisci che non era acqua quella che ti ha dato da bere, sorridendo sorniona con l’espressione di quella che passa di lì per caso e, già che c’è, disseta un poveretto: tieni.
Va bene, va bene. Andate ad ubriacarvi da Laura, quindi; non è tossico per niente. Al contrario, per una volta - merce rara di questi tempi - si scopre che “quello che avrebbe dovuto esserci, ma non c’è”, tanto per citare Massimo Fagioli, questa volta c’è.
Per questo Laura vale il viaggio.
Laura Tondi, Sguardo d’ombra
18 settembre - 23 ottobre 2011
Palazzo Nerucci, Castel del Piano (GR)
Venerdì 15,30/19; Sabato e Domenica 10,30/13 - 15,30/19