La videodipendenza ‘’malattia’’ ad alto rischio di passività intellettuale e fisica. Come difenderci?

par Riccardo Zoccante
martedì 16 giugno 2009

La televisione (dal greco τλε, "a distanza", e dal latino video, "vedere") oggi, è uno dei mezzi di comunicazione di massa tra i più diffusi, apprezzati e discussi. In Italia le trasmissioni partirono ufficialmente il 3 Gennaio 1954. Fino al 1974 essae è stata gestita dallo stato in regime di monopolio, successivamente a questa data nascono centinaia di emittenti televisive locali, tra cui quelle del gruppo Fininvest, trasformandosi da piccole TV locali in realtà nazionali.
La televisione nasce ‘’generalista’’, cioè offre contenuti vari, dal film al documentario, dal telegiornale alla rubrica culturale, dall’evento sportivo al talk show, ma in seguito alla nascita di molte emittenti locali, prende corpo l’idea di offrire contenuti specifici per assicurarsi un proprio bacino di utenti. Con l’arrivo poi della pay TV, avviene la definitiva affermazione della televisione ‘’tematica’’.
Purtroppo questo fantastico strumento di comunicazione, ha portato ad una serie di problemi, tra i quali la passività mentale e fisica. Quello che ci viene proposto quotidianamente molto spesso è distorto rispetto alla realtà. La gran parte dei programmi non stimola la mente (come potrebbe fare un libro), ne tantomeno tonifica il fisico. Anzi, molto spesso davanti alla TV si mangia e si ingrassa. Violenze gratuite vengono proposte con una leggerezza spaventosa a tutti gli orari, ma la cosa che più mi spaventa sono le fiction ed i reality, programmi che puntano ad avere sempre un numero maggiore di spettatori ‘’fedeli’’. Là le persone vengono ‘’rapite’’, perchè ‘’devono’’ assolutamente vedere come va a finire. Queste trasmissioni producono una dipendenza a chi le guarda, come può essere il tabagismo o l’alcool.
La videodipendenza si può combattere con semplici regole di buon senso: limitare il tempo davanti alla TV ad un’ora o due al giorno, coltivare hobbies, lasciare spazio ad attività fisiche, (come ad esempio correre, andare in bici, nuotare) o creative (disegnare, costruire, fare bricolage,dipingere).

Durante la settimana si dovrebbero mantenere attivi i contatti sociali e cercare occasione di scambio di idee, magari chiacchierando semplicemente a tavola con amici.
Sarebbe inoltre utile confrontare le notizie televisive con altre fonti, ad esempio quotidiani, libri e web.
La televisione, oggi, è diventata parte integrante della vita di tutti i giorni, influenza modi di esprimersi e persino di pensare, prova ad insegnare, ma allo stesso tempo produce modelli di vita che sono diventati da imitare, non solo per i bambini, cresciuti troppo spesso con la ‘’mamma TV’’, ma anche per gli adulti, conquistati da personaggi che spiccano in reality e quant’altro. Pensate che bello che sarebbe se invece di guardare Luxuria che nuota in Venezuela gli spettatori andassero realmente a nuotare in piscina, o ancora, invece di vedere ‘’Amici’’, non sarebbe meglio che la gente si avvicinasse di più alle palestre? Questo aiuterebbe il benessere fisico e contribuirebbe a far ‘’girare’’ meglio anche l’economia. 
Non tutto però è negativo, la Tv ha anche un particolare ruolo sociale. Pensiamo alla compagnia che può dare ad un anziano, all’informazione giornaliera, o ad alcuni programmi oggettivamente interessanti. C’è del buono, ma come un buon vino, deve essere prima ricercato in modo attento e critico, poi ‘’gustato’’ nella giusta dose.

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