La tigre bianca e gli animali: Gianni Mattiolo a Crotone

par Antonella Policastrese
martedì 13 agosto 2013

Mercoledì 7 agosto, con un ritorno al passato dopo ben 13 anni, nel giardino del liceo “Pitagora” va in scena la magia, ovvero si ripropone nella sostanza quello che è stato il MagiKrotone e che vide esibirsi a Crotone i migliori specialisti dell’arte magica.

Nel cast artistico di mercoledì scorso, a esibirsi sul palco “impacchianato” da vistosi pannelli dipinti con le bombolette e utilizzati, infelicemente, come fondale, c’era anche Gianni Mattiolo, senza Luana, la sua compagna di vita e di scena di sempre e dalla quale si è separato.

Il grande illusionista modenese, dottore in psicologia, conosciuto in tutto il mondo per il suo rapporto straordinario, quasi simbiotico, con animali esotici, era con una meravigliosa, fantastica tigre bianca. Quasi una promessa quella di Mattiolo fatta 13 anni fa a Crotone ed ai crotonesi; era il 21 agosto del 2000 e fu una delle estati più calde dell’ultimo ventennio.

Egli già all’epoca avrebbe dovuto esibirsi con delle tigri e dei pappagalli; le circostanze ambientali, assolutamente proibitive, lo indussero però a portarsi dietro soltanto i pappagalli. Sontuosi, coloratissimi pappagalli esotici, ma nelle aule del liceo classico, che per la circostanza del festival fungevano da camerini e da ricovero per le attrezzature ed i bauli dei maghi, c’era un che, se non proprio di mestizia, di scoraggiamento.

Uno dei pappagalli di Gianni Mattiolo stava male, soffriva per il troppo caldo patito nel viaggio e del caldo ancora più torrido che faceva a Crotone in quei giorni. Non accadde nulla per fortuna, il volatile si riprese, anche se non fu portato in scena, l’esibizione del grande illusionista fu all’altezza della sua fama, il migliaio di spettatori presenti quel giorno applaudirono a lungo ma, siccome la notizia di quell’episodio si diffuse anche nella platea, rimase impresso quanto fosse profondo, sincero e disinteressato l’amore di quell’uomo per i suoi animali.

Dopo 13 anni Gianni Mattiolo la tigre l’ha portata; ci si è esibito giusto quei pochi attimi che separano il fisiologico impazientirsi dell’animale dall’irreparabile, giacché egli è solo e senza arnesi quando è con la tigre in scena.

Ebbene, finito lo spettacolo, è interdetto l’accesso al retropalco dove la tigre viene immediatamente rinchiusa nella gabbia. Un accesso giustamente interdetto al pubblico, ma non agli addetti alla vigilanza, proprio loro che non dovrebbero far avvicinare nessuno per non infastidire l’animale, ma che sono lì a fotografarsi con il flash tra di loro accanto alla sontuosa bestia.

Lei, la tigre non può fare altro che socchiudere gli occhi dinanzi i lampi dei flash e girarsi dall’altra parte indispettita, aspettando che la portino via da lì. Speriamo abbiano fatto in fretta…

 


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